LUGLIO
04 Sabato |
04 Luglio 2015, Ex Hotel Pedretti + Teatro Comunale (Casalecchio di Reno)
DANZA
Fabrizio Favale / Le Supplici
Hood Flowers will cover the year, and the Rohirrim will be under Un lavoro di Fabrizio Favale Con Daniele Bianco e Vincenzo Cappuccio Con il sostegno di Arcigay Il Cassero Bologna, PerAspera Festival, Spazio K, Atelier Sì Con il contributo di MIBACT – Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Regione Emilia-Romagna |
Hood inizierà alle ore 21.00 nel Foyer del Teatro Comunale. La capienza della sala è di 40 persone, pertanto avranno accesso al lavoro le prime 40 persone intervenute. Gli altri lavori avranno luogo presso l'Ex Hotel Pedretti, senza alcuna limitazione di capienza.
Due giovani danzatori lavorano, in maniera fulminea e pulviscolare, sull'individuazione di una stranezza interna, un enigma interno, qualcosa che in loro e da loro è visto come anomalo, diverso, difficilmente collocabile. La materia coreografica che ne risulta è infine riportata in coppia. Ciò che costruiscono è qualcosa di astratto, eppur denso di materia intima, intoccabile, quasi non coreografabile, che resta lì così come è apparso.
Fabrizio Favale / Le Supplici
La danza di Fabrizio Favale sembra dispiegarsi su una via essenziale di piena astrazione, quasi siderale, che non riguarda affatto il mondano, e tuttavia allo stesso tempo sembra accennare improvvisamente a paesaggi arcaici, forse a suggestioni del mito, o a grane fiabesche. Full Scholarship presso American Dance Festival, Duke University USA 1990, Fabrizio Favale come danzatore riceve nel 1996 il “premio della critica come miglior danzatore italiano dell’anno”. Come coreografo nel 2011 la “Medaglia del Presidente della Repubblica al talento coreografico italiano”. Dal 1991 al 2000 è danzatore per la compagnia Virgilio Sieni. Nel 1999 fonda la compagnia Le Supplici. Dagli anni successivi i suoi lavori sono invitati in importanti contesti della scena internazionale come La Biennale di Venezia, Suzanne Dellal Tel Aviv, Expo 2010 Shanghai, SIDance Seoul, Kitazawa Town Hall Tokyo, La RED Serpiente Messico, Santarcangelo Festival, Gender Bender, Danae Festival Milano, Festival of Edinburgh, Internationale Tanzmesse NRW Dusseldorf, Aperto Festival Reggio Emilia. I lavori Un ricamo fatto sul nulla e Il gioco del gregge di capre ricevono premi per la coreografia in Spagna, Germania e Serbia. Fra il 2005 e il 2007 realizza in residenza presso il Teatro Comunale di Casalecchio di Reno a cura di ERT il progetto Mahabharata – episodi scelti in cui collabora con Francesca Caroti, Roberta Mosca e David Kern (Forsythe Company) e con il gruppo Mk. Nel 2012 realizza un cortometraggio per The Valtari Mistery Film Experiment dei Sigur Rós. Sempre nel 2012 riceve il Premio Fondo Fare Circuitazione, promosso da Ater Danza e Rete Anticorpi ER per il lavoro Isolario. Nel 2013 la Compagnia rientra fra i 4 gruppi italiani selezionati per The Italian Show Case Dance Base Fringe Festival of Edinburgh, Scozia. Nel 2014 il sostegno coproduttivo in una collaborazione fra Regione-Emilia, Ater Danza, Fondazione Nazionale per la Danza di Reggio Emilia e rete Anticorpi per il lavoro Orbita e la Coproduzione con Danae Festival Milano e Teatri di Vita Bologna per il lavoro Alberi. È ideatore di una serie di progetti indipendenti dedicati alla ricerca tra cui: Piattaforma della Danza Balinese per Santarcangelo Festival (co-ideato con i coreografi Michele di Stefano e Cristina Rizzo), “Leib” 2004, “Piana del Mar” 2007. Nel 2015 inventa due nuovi formati dedicati alla ricerca, alla formazione e alla performace nell'ambito della danza internazionale, denominati rispettivamente: “Circo Massimo” per il Teatro Duse di Bologna e “Beta Capricorni” per AtelierSì di Bologna. Attualmente collabora con musicisti internazionali come Mountains, Teho Teardo, Daniela Cattivelli.
Due giovani danzatori lavorano, in maniera fulminea e pulviscolare, sull'individuazione di una stranezza interna, un enigma interno, qualcosa che in loro e da loro è visto come anomalo, diverso, difficilmente collocabile. La materia coreografica che ne risulta è infine riportata in coppia. Ciò che costruiscono è qualcosa di astratto, eppur denso di materia intima, intoccabile, quasi non coreografabile, che resta lì così come è apparso.
Fabrizio Favale / Le Supplici
La danza di Fabrizio Favale sembra dispiegarsi su una via essenziale di piena astrazione, quasi siderale, che non riguarda affatto il mondano, e tuttavia allo stesso tempo sembra accennare improvvisamente a paesaggi arcaici, forse a suggestioni del mito, o a grane fiabesche. Full Scholarship presso American Dance Festival, Duke University USA 1990, Fabrizio Favale come danzatore riceve nel 1996 il “premio della critica come miglior danzatore italiano dell’anno”. Come coreografo nel 2011 la “Medaglia del Presidente della Repubblica al talento coreografico italiano”. Dal 1991 al 2000 è danzatore per la compagnia Virgilio Sieni. Nel 1999 fonda la compagnia Le Supplici. Dagli anni successivi i suoi lavori sono invitati in importanti contesti della scena internazionale come La Biennale di Venezia, Suzanne Dellal Tel Aviv, Expo 2010 Shanghai, SIDance Seoul, Kitazawa Town Hall Tokyo, La RED Serpiente Messico, Santarcangelo Festival, Gender Bender, Danae Festival Milano, Festival of Edinburgh, Internationale Tanzmesse NRW Dusseldorf, Aperto Festival Reggio Emilia. I lavori Un ricamo fatto sul nulla e Il gioco del gregge di capre ricevono premi per la coreografia in Spagna, Germania e Serbia. Fra il 2005 e il 2007 realizza in residenza presso il Teatro Comunale di Casalecchio di Reno a cura di ERT il progetto Mahabharata – episodi scelti in cui collabora con Francesca Caroti, Roberta Mosca e David Kern (Forsythe Company) e con il gruppo Mk. Nel 2012 realizza un cortometraggio per The Valtari Mistery Film Experiment dei Sigur Rós. Sempre nel 2012 riceve il Premio Fondo Fare Circuitazione, promosso da Ater Danza e Rete Anticorpi ER per il lavoro Isolario. Nel 2013 la Compagnia rientra fra i 4 gruppi italiani selezionati per The Italian Show Case Dance Base Fringe Festival of Edinburgh, Scozia. Nel 2014 il sostegno coproduttivo in una collaborazione fra Regione-Emilia, Ater Danza, Fondazione Nazionale per la Danza di Reggio Emilia e rete Anticorpi per il lavoro Orbita e la Coproduzione con Danae Festival Milano e Teatri di Vita Bologna per il lavoro Alberi. È ideatore di una serie di progetti indipendenti dedicati alla ricerca tra cui: Piattaforma della Danza Balinese per Santarcangelo Festival (co-ideato con i coreografi Michele di Stefano e Cristina Rizzo), “Leib” 2004, “Piana del Mar” 2007. Nel 2015 inventa due nuovi formati dedicati alla ricerca, alla formazione e alla performace nell'ambito della danza internazionale, denominati rispettivamente: “Circo Massimo” per il Teatro Duse di Bologna e “Beta Capricorni” per AtelierSì di Bologna. Attualmente collabora con musicisti internazionali come Mountains, Teho Teardo, Daniela Cattivelli.
PERFORMING ACT
Concepita come atto performativo a compendio dell’omonima esposizione di Francesco Ciancabilla (aka Francesco Frisco), One Hundred Women è un’interrogazione meccanica sul concetto stesso di "donna", che invade il percorso soggettivo delineato da un uomo e dalla sua personale rielaborazione iconografica. L'approccio scientifico che danza sulle punte delle convenzioni traccia una nuova partitura che all'obsolescenza delle tematiche femministe sostituisce la politica del rossetto e del sangue.
Carlotta Pircher
Si laurea al DAMS di Bologna con una tesi sul Teatro di Jan Fabre. Dal 1999 frequenta corsi per attori e lavora con Giuliano Scabia. Nel 2003 allestisce il primo spettacolo solista (attrice e regia) Stare lontano dai binari, Treni in transito, pericolo di Morte. Dal 2005 inizia a lavorare nel cinema come attrice e aiuto regista. Nel 2006 frequenta il corso di alta formazione dell’attore c/o Fondazione Pontedera Teatro lavorando, fra gli altri, con Massimiliano Civica e Danio Manfredini. Nel 2006/ 2007 collabora come performer con un gruppo di giovani videoartisti. Da questa esperienza matura un profondo interesse per le arti visive e le nuove tecnologie approfondendo le conoscenze in ambito di editing video, audio e grafica 3D. Nel 2007 nasce il progetto solista Jesuisang basato sulla sperimentazione del rapporto fra azione performativa e autoscatto fotografico. Nel 2008 mette in scena T. - duetto per entità dissociata in invecchiamento (tratto da un testamento olografo regolarmente depositato agli atti), finalista del Premio Iceberg per il Teatro – Comune di Bologna, anno 2009. Nel 2008 fonda La Pesatura dei Punti, gruppo teatrale con cui realizza una trilogia (Your not alone any…way) che sviluppa i testi redatti per il processo dell’omicidio di Francesca Alinovi custoditi presso il Tribunale di Bologna. Dal 2011 collabora come attrice con Romeo Castellucci – Socìetas Raffaello Sanzio per la produzione Attore, il tuo nome non è esatto (Cooproduzione La Biennale Venezia Teatro).
Carlotta Pircher
Si laurea al DAMS di Bologna con una tesi sul Teatro di Jan Fabre. Dal 1999 frequenta corsi per attori e lavora con Giuliano Scabia. Nel 2003 allestisce il primo spettacolo solista (attrice e regia) Stare lontano dai binari, Treni in transito, pericolo di Morte. Dal 2005 inizia a lavorare nel cinema come attrice e aiuto regista. Nel 2006 frequenta il corso di alta formazione dell’attore c/o Fondazione Pontedera Teatro lavorando, fra gli altri, con Massimiliano Civica e Danio Manfredini. Nel 2006/ 2007 collabora come performer con un gruppo di giovani videoartisti. Da questa esperienza matura un profondo interesse per le arti visive e le nuove tecnologie approfondendo le conoscenze in ambito di editing video, audio e grafica 3D. Nel 2007 nasce il progetto solista Jesuisang basato sulla sperimentazione del rapporto fra azione performativa e autoscatto fotografico. Nel 2008 mette in scena T. - duetto per entità dissociata in invecchiamento (tratto da un testamento olografo regolarmente depositato agli atti), finalista del Premio Iceberg per il Teatro – Comune di Bologna, anno 2009. Nel 2008 fonda La Pesatura dei Punti, gruppo teatrale con cui realizza una trilogia (Your not alone any…way) che sviluppa i testi redatti per il processo dell’omicidio di Francesca Alinovi custoditi presso il Tribunale di Bologna. Dal 2011 collabora come attrice con Romeo Castellucci – Socìetas Raffaello Sanzio per la produzione Attore, il tuo nome non è esatto (Cooproduzione La Biennale Venezia Teatro).
INSTALLAZIONE
Il lavoro ripropone visivamente il sogno della Sfera, uno dei personaggi del racconto fantastico Flatlandia, scritto nel1882 da Edwin A. Abbott. Nel romanzo la sfera assume il ruolo di viaggiatore che vaga alla ricerca di altri universi e quindi altre possibili realtà dimensionali. L'installazione si allontana dalla reale trama, lasciandosi però fortemente suggestionare dalla componente scientifica e psicologica del racconto, immettendo l'elemento onirico. Lo spazio che si presenta all'osservatore è una strada di conduzione che parte dal nostro mondo per giungere all'altro. La trama percorre il suo viaggio nella stanza creando l'illusione di profondità e continuità spaziali. Essa fa presagire la realtà di una nuova, diversa dimensione. Centrale è la visione di una figura geometrica che da bidimensionale si tramuta in tridimensionale solida. Questa è luminosa, lineare e leggera; sospesa nello spazio buio, prende vita, lucente, e comunica all'osservatore, in forma immutabile e mai uguale. L'elemento solido simboleggia i dubbi e le frustrazioni di un viaggiatore di multiversi che non può non mettere in discussione la propria realtà, quindi le sue dimensioni e tutto ciò che la compone. Il vero lampo del lavoro, oltre a ciò che viene fruito, si trova nell'accendersi della riflessione in questa direzione, la sua interiorizzazione, quindi poi la vera presa di coscienza che i vari ed infiniti mondi possibili sono qui, attorno a noi. Siamo anche noi. Le persone, gli oggetti, gli eventi; gli stessi accadimenti nella nostra memoria, sono eterni ed immutabili nella loro forma, ma mai gli stessi. Nel voler affrontare in maniera diversa la stessa situazione, ne segue il necessario spostamento di punto di vista, che nell'opera trova la sua realizzazione concreta. Il solido esprime l'entrata nella terza dimensione. Diventa oggetto di riflessione che si irradia in infinite possibilità di applicazioni teoriche e pratiche nella vita dell'essere umano in rapporto al mondo circostante. Da qui, l'analisi della materia in questione viene accompagnata, dagli artisti, da un sentimento di necessaria costruzione in loco di opere in parte progettate in laboratorio ed in parte completate nell'ambiente in cui vedranno la luce. Ecco quindi che l'elemento onirico, che in modo naturale fa sorgere visioni di esperienze non sorrette da leggi fisiche, si incontra con la realtà materiale e sondabile. Ma è poi così? Chi incontra l'altro? E quanto poi sarebbero stati così distanti tra loro il sogno e la realtà? L'un l'altro si compenetrano, raccontandosi.
F.lli Santoro
Stefano Santoro nasce come producer e dj dark-techno. Dal 2013 avvia progetti di costruzione si sintetizzatori il cui scopo è quello di modulare suoni tramite fasci di luce, il contatto della pelle, acqua, cibo e tutto ciò che conduce corrente. Dal 2014 nascono i progetti Quantum, sculture luminose con la facoltà di seguire ritmi musicali o sequenze programmate. Nel 2015 nasce la collaborazione con Riccardo Santoro, per esplorare geometrie ed effetti tridimensionali, lavorando con strutture come ipercubi e altre strutture complesse che danno la possibilità di muoversi in più dimensioni spaziali.
Riccardo Santoro, illustratore, si diploma presso la Scuola Internazionale Comics di Reggio Emilia. Realizza manifesti per compagnie teatrali e crea immagini per gruppi musicali. Dal 2009 inizia la collaborazione con musicisti che sperimentano musica elettronica per la realizzazione di serate atte a risvegliare sensazioni audio-visive, grazie all’interazione tra musica e pittura. Fa parte del collettivo Megpie Artist, impegnato nella diffusione di artisti poco noti, all’interno di spazi anch'essi poco noti.
F.lli Santoro
Stefano Santoro nasce come producer e dj dark-techno. Dal 2013 avvia progetti di costruzione si sintetizzatori il cui scopo è quello di modulare suoni tramite fasci di luce, il contatto della pelle, acqua, cibo e tutto ciò che conduce corrente. Dal 2014 nascono i progetti Quantum, sculture luminose con la facoltà di seguire ritmi musicali o sequenze programmate. Nel 2015 nasce la collaborazione con Riccardo Santoro, per esplorare geometrie ed effetti tridimensionali, lavorando con strutture come ipercubi e altre strutture complesse che danno la possibilità di muoversi in più dimensioni spaziali.
Riccardo Santoro, illustratore, si diploma presso la Scuola Internazionale Comics di Reggio Emilia. Realizza manifesti per compagnie teatrali e crea immagini per gruppi musicali. Dal 2009 inizia la collaborazione con musicisti che sperimentano musica elettronica per la realizzazione di serate atte a risvegliare sensazioni audio-visive, grazie all’interazione tra musica e pittura. Fa parte del collettivo Megpie Artist, impegnato nella diffusione di artisti poco noti, all’interno di spazi anch'essi poco noti.