GIUGNO
20 Sabato |
20 GIUGNO 2015, TPO (BOLOGNA)
PERFORMING ART
Rotozaza
Etiquette Di Anthony Hampton, Silvia Mercuriali Traduzione: Marina Mercuriali Voce femminile: Silvia Mercuriali Voce maschile: Anthony Hampton, Helmer Riccardo Magherini Nora e Donna Maria Eugenia D'Aquino Produzione: ArtsAgenda In collaborazione con: MilanOltre ed Es. Terni Versione originale realizzata con il supporto di Paul Bennun / Somethin'Else Sostenuto da Arts Council England Evento speciale a prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento dei posti disponibili: info@perasperafestival.org |
Sullo sfondo di una piscina o di un fumoso caffè si svolgono trame originali o talvolta ispirate ad opere esistenti, che riflettono sempre sull'impatto che avranno su chi le agisce.
Gli spettatori a coppie diventano i protagonisti dello spettacolo stesso.
Etiquette è un'esperienza di mezz'ora per due persone in un luogo pubblico.
Etiquette mette in scena la comunicazione umana nei suoi elementi più semplici e allo stesso tempo più delicati e mette in luce la difficoltà di tradurre i propri pensieri in parole. Una donna e un filosofo conducono la conversazione e accompagnano i partecipanti in un percorso attraverso diverse situazioni, a volte prese in prestito dal cinema e dal teatro, dove la sfera di intimità tra due persone si forma e trasforma continuamente.
Il lavoro di Rotozaza celebra la creazione di eventi dal vivo, dove lo spettatore è testimone di un'azione che viene scoperta dagli attori stessi, spesso non professionisti, durante la messa in scena. Attraverso una strategia che chiamano TOCAR (Teatro dei Comandi e delle Risposte) impartiscono istruzioni ad attori "ospiti" che si presentano sulla scena, senza sapere quello che dovranno fare. Così facendo lo spettatore viene invitato a guardare gli attori non come personaggi fittizi, ma come persone reali per ciò che hanno di speciale.
Con Etiquette Rotozaza invita il pubblico a provare l'esperienza di essere al contempo attori e spettatori, utilizzando la dinamica della conversazione che coinvolge un implicito accordo a scambiarsi continuamente i ruoli.
Due tracce audio sincronizzate trasmesse attraverso due set di cuffie permettono agli spettatori di provare due esperienze molto differenti, trovandosi a volte nello stesso luogo e a volte in mondi completamente separati. Tutto questo si ottiene con la consueta economia di mezzi praticata dalla compagnia: due cuffie stereo e pochi oggetti.
Con Etiquette, Rotozaza ha ottenuto lo scopo, da lungo tempo perseguito, di creare uno spettacolo interamente pre-registrato che può essere tradotto in diverse lingue e proposto in diversi Paesi.
Ant Hampton e Silvia Mercuriali
Rotozaza trae il proprio nome da una scultura semovente di Jean Tinguely ed è un gruppo attivo dal 1999 nella creazione di eventi d'arte e performance, con una predilezione per la creazione di eventi basati su ciò che accade dal vivo. Tra i lavori di questo gruppo, fondato da Ant Hampton (UK) e Silvia Mercuriali (IT), Bloke (1999-2001), Romcom (2003),Doublethink (2005), Ooff (2006), Five in the morning (2007), presentato con grande successo anche a New York, e Etiquette (2007).
Gli spettatori a coppie diventano i protagonisti dello spettacolo stesso.
Etiquette è un'esperienza di mezz'ora per due persone in un luogo pubblico.
Etiquette mette in scena la comunicazione umana nei suoi elementi più semplici e allo stesso tempo più delicati e mette in luce la difficoltà di tradurre i propri pensieri in parole. Una donna e un filosofo conducono la conversazione e accompagnano i partecipanti in un percorso attraverso diverse situazioni, a volte prese in prestito dal cinema e dal teatro, dove la sfera di intimità tra due persone si forma e trasforma continuamente.
Il lavoro di Rotozaza celebra la creazione di eventi dal vivo, dove lo spettatore è testimone di un'azione che viene scoperta dagli attori stessi, spesso non professionisti, durante la messa in scena. Attraverso una strategia che chiamano TOCAR (Teatro dei Comandi e delle Risposte) impartiscono istruzioni ad attori "ospiti" che si presentano sulla scena, senza sapere quello che dovranno fare. Così facendo lo spettatore viene invitato a guardare gli attori non come personaggi fittizi, ma come persone reali per ciò che hanno di speciale.
Con Etiquette Rotozaza invita il pubblico a provare l'esperienza di essere al contempo attori e spettatori, utilizzando la dinamica della conversazione che coinvolge un implicito accordo a scambiarsi continuamente i ruoli.
Due tracce audio sincronizzate trasmesse attraverso due set di cuffie permettono agli spettatori di provare due esperienze molto differenti, trovandosi a volte nello stesso luogo e a volte in mondi completamente separati. Tutto questo si ottiene con la consueta economia di mezzi praticata dalla compagnia: due cuffie stereo e pochi oggetti.
Con Etiquette, Rotozaza ha ottenuto lo scopo, da lungo tempo perseguito, di creare uno spettacolo interamente pre-registrato che può essere tradotto in diverse lingue e proposto in diversi Paesi.
Ant Hampton e Silvia Mercuriali
Rotozaza trae il proprio nome da una scultura semovente di Jean Tinguely ed è un gruppo attivo dal 1999 nella creazione di eventi d'arte e performance, con una predilezione per la creazione di eventi basati su ciò che accade dal vivo. Tra i lavori di questo gruppo, fondato da Ant Hampton (UK) e Silvia Mercuriali (IT), Bloke (1999-2001), Romcom (2003),Doublethink (2005), Ooff (2006), Five in the morning (2007), presentato con grande successo anche a New York, e Etiquette (2007).
TEATRO
Nikola Tesla. Lectures è una performance/conferenza/esperimento nella quale Lorenzo Bazzocchi, fondatore della compagnia e costruttore di una delle più stupefacenti invenzioni di Nikola Tesla, affronta la storia del grande scienziato serbo.
Il folgorante inizio che vede il conferenziere, all'interno di una gabbia di Faraday, misurarsi con una Tesla Coil da un milione di volt, lascia spazio poi ad una puntuale e circostanziata narrazione che ci conduce nelle pieghe di un misconoscimento che non ha eguali nella storia delle conoscenze.
Il racconto, fortificato da esemplari dimostrazioni, mette in evidenza le motivazioni che, andando al di là del desiderio di vedere riconosciuta l’opera e la speciale visionarietà di Nikola Tesla, hanno spinto Masque teatro a tentare la messa in scena sotto diverse forme dello straordinario universo legato a quello che è stato definito “l'inventore del XX secolo”, fino a giungere, dopo quindici anni di studio, a questa straordinaria conferenza/esperimento, al termine della quale verrà replicato, in scala minore, l’esperimento di trasmissione di energia elettrica senza fili, quel “Wireless transmission of power” concepito e messo in opera da Tesla a Colorado Springs sul finire del secolo diciannovesimo.
Masque
Nasce nel 1992. La forza visionaria del loro teatro si esprime nel complesso dialogo che la compagnia sviluppa tra il discorso filosofico, la creazione di prodigiose architetture sceniche e il fondamentale ruolo della Figura.
Dal 1994 sono ideatori e organizzatori del festival Crisalide. Le creazioni di Masque sono state ospitate in Italia e all’estero.
Il folgorante inizio che vede il conferenziere, all'interno di una gabbia di Faraday, misurarsi con una Tesla Coil da un milione di volt, lascia spazio poi ad una puntuale e circostanziata narrazione che ci conduce nelle pieghe di un misconoscimento che non ha eguali nella storia delle conoscenze.
Il racconto, fortificato da esemplari dimostrazioni, mette in evidenza le motivazioni che, andando al di là del desiderio di vedere riconosciuta l’opera e la speciale visionarietà di Nikola Tesla, hanno spinto Masque teatro a tentare la messa in scena sotto diverse forme dello straordinario universo legato a quello che è stato definito “l'inventore del XX secolo”, fino a giungere, dopo quindici anni di studio, a questa straordinaria conferenza/esperimento, al termine della quale verrà replicato, in scala minore, l’esperimento di trasmissione di energia elettrica senza fili, quel “Wireless transmission of power” concepito e messo in opera da Tesla a Colorado Springs sul finire del secolo diciannovesimo.
Masque
Nasce nel 1992. La forza visionaria del loro teatro si esprime nel complesso dialogo che la compagnia sviluppa tra il discorso filosofico, la creazione di prodigiose architetture sceniche e il fondamentale ruolo della Figura.
Dal 1994 sono ideatori e organizzatori del festival Crisalide. Le creazioni di Masque sono state ospitate in Italia e all’estero.
DANZA
Straniero prosegue lo studio sugli stati di dominio e abbandono intrapreso con Coeurps (2014). A partire dalle riflessioni dedicate da Michel Foucault ai dispositivi disciplinari e alle forme di controllo dei corpi, Straniero ricerca una forma dell’azione in grado di dilatare il tempo e produrre durate.
Mondo in rovina, baratro, fine dello spazio. L'abisso in cui il mondo si capovolge concede forse al corpo in caduta libera il privilegio di uno svuotamento e l'opportunità del volo. Non opporre resistenza, lasciarsi andare all'ignoto, è un mantra gravido di promesse che orienta pratiche disordinate e confortevoli collisioni. Ha un che di orgiastico, ma aderisce ad una regola e richiede una disciplina. Non si tratta infatti di sparire in quanto soggetti, ma di interrogare le modalità della visione approntando un territorio alieno, un luogo estremamente distante e allo stesso tempo vicinissimo.
L'obbiettivo e il desiderio è quello di essere colti dallo sguardo in uno spazio intimo nel momento della metamorfosi, di tracciare un esperanto corporeo in grado condividere il momento fragile e aleatorio in cui il corpo diviene involucro trasparente da cui fuoriescono le sue molte mute.
Francesca Duranti
Coreografa, danzatrice e performer, si avvicina al teatro all'età di diciassette anni con il progetto italo-francese Voyage du geste con il quale continua a svolgere attività di formazione e creazione in Italia, Francia, Libano, Belgio. Si forma in ginnastica ritmica, danza contemporanea e classica a Firenze, Siena, nei maggiori centri di danza europei e a New York. Tra i suoi maestri: Marina Giovannini, Samuele Cardini, Virgilio Sieni, Company Blu, Simona Bertozzi, Giorgio Rossi, Frey Faust, David Zambrano, Peter Goss. Nel 2008 ottiene il Dottorato di Ricerca con una tesi sul mito e la tragedia nella coreografia di Martha Graham e Virgilio Sieni presso l'Università di Siena. Ha collaborato come danzatrice e performer con Cristina Rizzo, Daniele Albanese, Compagnia Giardino Chiuso, Compagnia Effetto Parallelo, Cie. Subitopresto (FR), Còrai (Palermo), Gabriella Secchi. Dal 2009 crea le sue danze, tra le quali Alice(s) before the wonderland (2009), Non so come stare (2012), Looking for a Spring (2013), Coeurps (2014).
Mondo in rovina, baratro, fine dello spazio. L'abisso in cui il mondo si capovolge concede forse al corpo in caduta libera il privilegio di uno svuotamento e l'opportunità del volo. Non opporre resistenza, lasciarsi andare all'ignoto, è un mantra gravido di promesse che orienta pratiche disordinate e confortevoli collisioni. Ha un che di orgiastico, ma aderisce ad una regola e richiede una disciplina. Non si tratta infatti di sparire in quanto soggetti, ma di interrogare le modalità della visione approntando un territorio alieno, un luogo estremamente distante e allo stesso tempo vicinissimo.
L'obbiettivo e il desiderio è quello di essere colti dallo sguardo in uno spazio intimo nel momento della metamorfosi, di tracciare un esperanto corporeo in grado condividere il momento fragile e aleatorio in cui il corpo diviene involucro trasparente da cui fuoriescono le sue molte mute.
Francesca Duranti
Coreografa, danzatrice e performer, si avvicina al teatro all'età di diciassette anni con il progetto italo-francese Voyage du geste con il quale continua a svolgere attività di formazione e creazione in Italia, Francia, Libano, Belgio. Si forma in ginnastica ritmica, danza contemporanea e classica a Firenze, Siena, nei maggiori centri di danza europei e a New York. Tra i suoi maestri: Marina Giovannini, Samuele Cardini, Virgilio Sieni, Company Blu, Simona Bertozzi, Giorgio Rossi, Frey Faust, David Zambrano, Peter Goss. Nel 2008 ottiene il Dottorato di Ricerca con una tesi sul mito e la tragedia nella coreografia di Martha Graham e Virgilio Sieni presso l'Università di Siena. Ha collaborato come danzatrice e performer con Cristina Rizzo, Daniele Albanese, Compagnia Giardino Chiuso, Compagnia Effetto Parallelo, Cie. Subitopresto (FR), Còrai (Palermo), Gabriella Secchi. Dal 2009 crea le sue danze, tra le quali Alice(s) before the wonderland (2009), Non so come stare (2012), Looking for a Spring (2013), Coeurps (2014).
INSTALLAZIONE
Collettivo Jennifer rosa
MOB | mobile vulgus Concept e regia: Chiara Bortoli, Francesca Raineri, Fiorenzo Zancan Performer: Anna Altobello, Alessandro Bevilacqua, Chiara Bortoli, Francesca Contrino, Marina Fornasier, Enrico Gaspari, Francesca Lega, Matteo Maffesanti, Vasco Manea, Rossella Pavan, Martina Peretti, Francesca Raineri, Caterina Romano, Alessandro Sanmartin, Enrico Tavella, Samuele Trentini, Monica Zucchetti |
MOB | mobile vulgus è un lavoro di videoinstallazione del collettivo Jennifer rosa. È stato prodotto nel 2014 in occasione della mostra Impersonal Solo Show presso la Laconia Gallery di Boston, curata da James Hull. Si tratta, come spesso avviene per i lavori del collettivo, di materiale legato ad una azione fisica che in questo caso ospita 17 performer. La scena rispetta un setting, sovente esplorato nei lavori di Jennifer rosa, ispirato dal minimalismo linguistico nel linguaggio filmico, al confine della sparizione, e dal rigoroso rispetto di un piccolo nucleo di precise consegne nell'azione performativa. A questo si è aggiunto per la prima volta l'uso del suono e della luce esistenti nel luogo scelto per la ripresa, nel preciso intento di prendere distanza dal completo controllo fotografico e sonoro dello studio di posa. Il filmato è stato girato nello spazio di un parcheggio urbano coperto.
Un gruppo di persone ammassate e compatte, l'una addosso all'altra, in una vicinanza non comune e inusuale, al limite dell'intimità. Ognuno nell'addentrarsi o nell’emergere dal gruppo, in equilibrio precario, si conforma per necessità al tempo comune, trovando una sua mediazione tra il fare tutt’uno col gruppo e il tentativo di farsi strada.
Jennifer rosa
È un collettivo di ricerca in arte contemporanea attivo a Vicenza dal 2005.
A partire da un nucleo di performer e autori provenienti essenzialmente dalla danza contemporanea la ricerca del collettivo è andato via via espandendosi nella direzione della performing art e delle arti visive.
I loro lavoro sono stati ospitati a: Laconia Gallery/ Boston 2014 a cura di James Hull, Festiva F4/ Pieve di Soligo (TV) 2014 a cura di Carlo Sala, collettiva Boston-Como /Como 2013 a cura di Carolina Lio, collettiva Emerson Gallery / Berlino 2012 a cura di Barbara Fragogna, Kunst Haus Tacheles / Berlino 2011 a cura di Barbara Fragogna, Premio produzioni indipendenti al festival "Il Coreografo Elettronico" Napoli 2010, Biennale danza – Marathon of the unexpected / Venezia 2010.
Un gruppo di persone ammassate e compatte, l'una addosso all'altra, in una vicinanza non comune e inusuale, al limite dell'intimità. Ognuno nell'addentrarsi o nell’emergere dal gruppo, in equilibrio precario, si conforma per necessità al tempo comune, trovando una sua mediazione tra il fare tutt’uno col gruppo e il tentativo di farsi strada.
Jennifer rosa
È un collettivo di ricerca in arte contemporanea attivo a Vicenza dal 2005.
A partire da un nucleo di performer e autori provenienti essenzialmente dalla danza contemporanea la ricerca del collettivo è andato via via espandendosi nella direzione della performing art e delle arti visive.
I loro lavoro sono stati ospitati a: Laconia Gallery/ Boston 2014 a cura di James Hull, Festiva F4/ Pieve di Soligo (TV) 2014 a cura di Carlo Sala, collettiva Boston-Como /Como 2013 a cura di Carolina Lio, collettiva Emerson Gallery / Berlino 2012 a cura di Barbara Fragogna, Kunst Haus Tacheles / Berlino 2011 a cura di Barbara Fragogna, Premio produzioni indipendenti al festival "Il Coreografo Elettronico" Napoli 2010, Biennale danza – Marathon of the unexpected / Venezia 2010.