GIUGNO
19 Venerdì |
19 GIUGNO 2015, TPO (BOLOGNA)
PERFORMING ART
Rotozaza
Etiquette Di Anthony Hampton, Silvia Mercuriali Traduzione: Marina Mercuriali Voce femminile: Silvia Mercuriali Voce maschile: Anthony Hampton, Helmer Riccardo Magherini Nora e Donna Maria Eugenia D'Aquino Produzione: ArtsAgenda In collaborazione con: MilanOltre ed Es. Terni Versione originale realizzata con il supporto di Paul Bennun / Somethin'Else Sostenuto da Arts Council England Evento speciale a prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento dei posti disponibili: [email protected] |
Sullo sfondo di una piscina o di un fumoso caffè si svolgono trame originali o talvolta ispirate ad opere esistenti, che riflettono sempre sull'impatto che avranno su chi le agisce.
Gli spettatori a coppie diventano i protagonisti dello spettacolo stesso.
Etiquette è un'esperienza di mezz'ora per due persone in un luogo pubblico.
Etiquette mette in scena la comunicazione umana nei suoi elementi più semplici e allo stesso tempo più delicati e mette in luce la difficoltà di tradurre i propri pensieri in parole. Una donna e un filosofo conducono la conversazione e accompagnano i partecipanti in un percorso attraverso diverse situazioni, a volte prese in prestito dal cinema e dal teatro, dove la sfera di intimità tra due persone si forma e trasforma continuamente.
Il lavoro di Rotozaza celebra la creazione di eventi dal vivo, dove lo spettatore è testimone di un'azione che viene scoperta dagli attori stessi, spesso non professionisti, durante la messa in scena. Attraverso una strategia che chiamano TOCAR (Teatro dei Comandi e delle Risposte) impartiscono istruzioni ad attori "ospiti" che si presentano sulla scena, senza sapere quello che dovranno fare. Così facendo lo spettatore viene invitato a guardare gli attori non come personaggi fittizi, ma come persone reali per ciò che hanno di speciale.
Con Etiquette Rotozaza invita il pubblico a provare l'esperienza di essere al contempo attori e spettatori, utilizzando la dinamica della conversazione che coinvolge un implicito accordo a scambiarsi continuamente i ruoli.
Due tracce audio sincronizzate trasmesse attraverso due set di cuffie permettono agli spettatori di provare due esperienze molto differenti, trovandosi a volte nello stesso luogo e a volte in mondi completamente separati. Tutto questo si ottiene con la consueta economia di mezzi praticata dalla compagnia: due cuffie stereo e pochi oggetti.
Con Etiquette, Rotozaza ha ottenuto lo scopo, da lungo tempo perseguito, di creare uno spettacolo interamente pre-registrato che può essere tradotto in diverse lingue e proposto in diversi Paesi.
Ant Hampton e Silvia Mercuriali
Rotozaza trae il proprio nome da una scultura semovente di Jean Tinguely ed è un gruppo attivo dal 1999 nella creazione di eventi d'arte e performance, con una predilezione per la creazione di eventi basati su ciò che accade dal vivo. Tra i lavori di questo gruppo, fondato da Ant Hampton (UK) e Silvia Mercuriali (IT), Bloke (1999-2001), Romcom (2003),Doublethink (2005), Ooff (2006), Five in the morning (2007), presentato con grande successo anche a New York, e Etiquette (2007).
Gli spettatori a coppie diventano i protagonisti dello spettacolo stesso.
Etiquette è un'esperienza di mezz'ora per due persone in un luogo pubblico.
Etiquette mette in scena la comunicazione umana nei suoi elementi più semplici e allo stesso tempo più delicati e mette in luce la difficoltà di tradurre i propri pensieri in parole. Una donna e un filosofo conducono la conversazione e accompagnano i partecipanti in un percorso attraverso diverse situazioni, a volte prese in prestito dal cinema e dal teatro, dove la sfera di intimità tra due persone si forma e trasforma continuamente.
Il lavoro di Rotozaza celebra la creazione di eventi dal vivo, dove lo spettatore è testimone di un'azione che viene scoperta dagli attori stessi, spesso non professionisti, durante la messa in scena. Attraverso una strategia che chiamano TOCAR (Teatro dei Comandi e delle Risposte) impartiscono istruzioni ad attori "ospiti" che si presentano sulla scena, senza sapere quello che dovranno fare. Così facendo lo spettatore viene invitato a guardare gli attori non come personaggi fittizi, ma come persone reali per ciò che hanno di speciale.
Con Etiquette Rotozaza invita il pubblico a provare l'esperienza di essere al contempo attori e spettatori, utilizzando la dinamica della conversazione che coinvolge un implicito accordo a scambiarsi continuamente i ruoli.
Due tracce audio sincronizzate trasmesse attraverso due set di cuffie permettono agli spettatori di provare due esperienze molto differenti, trovandosi a volte nello stesso luogo e a volte in mondi completamente separati. Tutto questo si ottiene con la consueta economia di mezzi praticata dalla compagnia: due cuffie stereo e pochi oggetti.
Con Etiquette, Rotozaza ha ottenuto lo scopo, da lungo tempo perseguito, di creare uno spettacolo interamente pre-registrato che può essere tradotto in diverse lingue e proposto in diversi Paesi.
Ant Hampton e Silvia Mercuriali
Rotozaza trae il proprio nome da una scultura semovente di Jean Tinguely ed è un gruppo attivo dal 1999 nella creazione di eventi d'arte e performance, con una predilezione per la creazione di eventi basati su ciò che accade dal vivo. Tra i lavori di questo gruppo, fondato da Ant Hampton (UK) e Silvia Mercuriali (IT), Bloke (1999-2001), Romcom (2003),Doublethink (2005), Ooff (2006), Five in the morning (2007), presentato con grande successo anche a New York, e Etiquette (2007).
MUSICA
Hyperband
LFO #6 Improvvisazione elettroacustica per ensemble Marta Ascari, voce Michele Foresi, violino e live electronics Laura Agnusdei, sassofono Fabio Fabrizi, clarinetto Salvatore Miele, chitarra elettrica e sintetizzatore Federico Cataldo, sintetizzatore e live electronics Marco Costa, live electronics Valerio Maiolo, dispositivi elettroacustici Conduction: Francesco Giomi |
LFO come Light Freedom Orchestra. Un nuovo modo di intendere gli strumenti musicali e il suonare dal vivo insieme agli altri: non seguire una partitura scritta ma una composizione che nasce e si sviluppa nel momento stesso in cui viene suonata. Una libertà “leggera” che sollecita l’espressività dei singoli musicisti, la lega a quella del “conductor” e la veicola in maniera estemporanea verso un percorso drammaturgico stabilito dal conductor insieme a loro.
LFO come Low Frequency Oscillator. Nei sintetizzatori elettronici è uno strumento che serve a modulare il suono conferendogli un andamento nel tempo: così anche il conductor apre e chiude il suono dei musicisti, lo cambia, lo trasforma guidando il discorso musicale in un percorso estemporaneo.
Il progetto riprende alcuni concetti sviluppati da grandi musicisti come Bruno Maderna e Butch Morris integrandoli in maniera originale con una serie di esperienze derivate dalla musica elettroacustica e modulandoli in schemi creativi completamente personali. Il conductor insegna agli interpreti, attraverso una serie di incontri operativi, un vocabolario di segni ideografici e simboli che permettono di costruire insieme un lavoro musicale “istantaneo”, in tempo reale, sviluppando e trasformando singoli elementi timbrici, melodici, armonici, così come strutture più organizzate come ripetizioni, frasi e soli. Una musica può essere inquadrata come espressione collettiva, in cui la sensibilità creativa dei partecipanti incontra la spontaneità dell'improvvisazione, alla ricerca di nuove forme linguistiche.
LFO come Low Frequency Oscillator. Nei sintetizzatori elettronici è uno strumento che serve a modulare il suono conferendogli un andamento nel tempo: così anche il conductor apre e chiude il suono dei musicisti, lo cambia, lo trasforma guidando il discorso musicale in un percorso estemporaneo.
Il progetto riprende alcuni concetti sviluppati da grandi musicisti come Bruno Maderna e Butch Morris integrandoli in maniera originale con una serie di esperienze derivate dalla musica elettroacustica e modulandoli in schemi creativi completamente personali. Il conductor insegna agli interpreti, attraverso una serie di incontri operativi, un vocabolario di segni ideografici e simboli che permettono di costruire insieme un lavoro musicale “istantaneo”, in tempo reale, sviluppando e trasformando singoli elementi timbrici, melodici, armonici, così come strutture più organizzate come ripetizioni, frasi e soli. Una musica può essere inquadrata come espressione collettiva, in cui la sensibilità creativa dei partecipanti incontra la spontaneità dell'improvvisazione, alla ricerca di nuove forme linguistiche.
TEATRO
Macellerie Pasolini
Parade: sulla croce Di Ennio Ruffolo Parole prese e trasformate da: P.P. Pasolini, C. Pavese, S. Kane, V. Wolf, K. Cobain, D. Dimitriadis, J. Ratzinger, Spada, E. Ruffolo. Suoni: Mop Cortex Con: Anna Caltagirone, Domenico (Pachi) Lembo, Erika Spada, Francesco Pennisi, Giulia Calza, Giulia Generali, Irene Ghillani, Matteo Scortecci, Nico Pelletti, Valeria Dell'Acqua e la partecipazione straordinaria di: Natalia Mazer, Vincenzo Corigliano |
Macellerie Pasolini indaga la croce e ne comunica la forte attrazione suicida. Sulla Croce è un lungo momento visionario. Per la maggior parte lo spettacolo è copiato e, quando non lo è, cita vistosamente. Mai originale, Sulla Croce è lento e brutto, è costruito a quadri e sempre in ogni quadro muore.
Amen.
Macellerie Pasolini
È un progetto collettivo che prevede il coinvolgimento di artisti, sia italiani che stranieri, provenienti da diverse discipline e professionalità, chiamati a collaborare intorno ai temi della cultura contemporanea.
Istituite tra Roma e Bologna agli inizi del 2009, e con base centrale in Bologna, Macellerie Pasolini crea, produce e sostiene proposte interdisciplinari, seguendo lo sviluppo della produzione in ogni sua fase e creando connessioni tra i vari partecipanti.
Avendo per sua naturale vocazione la struttura di una rete, Macellerie Pasolini è dislocata nei luoghi di residenza artistica dei suoi componenti.
Amen.
Macellerie Pasolini
È un progetto collettivo che prevede il coinvolgimento di artisti, sia italiani che stranieri, provenienti da diverse discipline e professionalità, chiamati a collaborare intorno ai temi della cultura contemporanea.
Istituite tra Roma e Bologna agli inizi del 2009, e con base centrale in Bologna, Macellerie Pasolini crea, produce e sostiene proposte interdisciplinari, seguendo lo sviluppo della produzione in ogni sua fase e creando connessioni tra i vari partecipanti.
Avendo per sua naturale vocazione la struttura di una rete, Macellerie Pasolini è dislocata nei luoghi di residenza artistica dei suoi componenti.
INSTALLAZIONE
Collettivo Jennifer rosa
MOB | mobile vulgus Concept e regia: Chiara Bortoli, Francesca Raineri, Fiorenzo Zancan Performer: Anna Altobello, Alessandro Bevilacqua, Chiara Bortoli, Francesca Contrino, Marina Fornasier, Enrico Gaspari, Francesca Lega, Matteo Maffesanti, Vasco Manea, Rossella Pavan, Martina Peretti, Francesca Raineri, Caterina Romano, Alessandro Sanmartin, Enrico Tavella, Samuele Trentini, Monica Zucchetti |
MOB | mobile vulgus è un lavoro di videoinstallazione del collettivo Jennifer rosa. È stato prodotto nel 2014 in occasione della mostra Impersonal Solo Show presso la Laconia Gallery di Boston, curata da James Hull. Si tratta, come spesso avviene per i lavori del collettivo, di materiale legato ad una azione fisica che in questo caso ospita 17 performer. La scena rispetta un setting, sovente esplorato nei lavori di Jennifer rosa, ispirato dal minimalismo linguistico nel linguaggio filmico, al confine della sparizione, e dal rigoroso rispetto di un piccolo nucleo di precise consegne nell'azione performativa. A questo si è aggiunto per la prima volta l'uso del suono e della luce esistenti nel luogo scelto per la ripresa, nel preciso intento di prendere distanza dal completo controllo fotografico e sonoro dello studio di posa. Il filmato è stato girato nello spazio di un parcheggio urbano coperto.
Un gruppo di persone ammassate e compatte, l'una addosso all'altra, in una vicinanza non comune e inusuale, al limite dell'intimità. Ognuno nell'addentrarsi o nell’emergere dal gruppo, in equilibrio precario, si conforma per necessità al tempo comune, trovando una sua mediazione tra il fare tutt’uno col gruppo e il tentativo di farsi strada.
Jennifer rosa
È un collettivo di ricerca in arte contemporanea attivo a Vicenza dal 2005.
A partire da un nucleo di performer e autori provenienti essenzialmente dalla danza contemporanea la ricerca del collettivo è andato via via espandendosi nella direzione della performing art e delle arti visive.
I loro lavoro sono stati ospitati a: Laconia Gallery/ Boston 2014 a cura di James Hull, Festiva F4/ Pieve di Soligo (TV) 2014 a cura di Carlo Sala, collettiva Boston-Como /Como 2013 a cura di Carolina Lio, collettiva Emerson Gallery / Berlino 2012 a cura di Barbara Fragogna, Kunst Haus Tacheles / Berlino 2011 a cura di Barbara Fragogna, Premio produzioni indipendenti al festival "Il Coreografo Elettronico" Napoli 2010, Biennale danza – Marathon of the unexpected / Venezia 2010.
Un gruppo di persone ammassate e compatte, l'una addosso all'altra, in una vicinanza non comune e inusuale, al limite dell'intimità. Ognuno nell'addentrarsi o nell’emergere dal gruppo, in equilibrio precario, si conforma per necessità al tempo comune, trovando una sua mediazione tra il fare tutt’uno col gruppo e il tentativo di farsi strada.
Jennifer rosa
È un collettivo di ricerca in arte contemporanea attivo a Vicenza dal 2005.
A partire da un nucleo di performer e autori provenienti essenzialmente dalla danza contemporanea la ricerca del collettivo è andato via via espandendosi nella direzione della performing art e delle arti visive.
I loro lavoro sono stati ospitati a: Laconia Gallery/ Boston 2014 a cura di James Hull, Festiva F4/ Pieve di Soligo (TV) 2014 a cura di Carlo Sala, collettiva Boston-Como /Como 2013 a cura di Carolina Lio, collettiva Emerson Gallery / Berlino 2012 a cura di Barbara Fragogna, Kunst Haus Tacheles / Berlino 2011 a cura di Barbara Fragogna, Premio produzioni indipendenti al festival "Il Coreografo Elettronico" Napoli 2010, Biennale danza – Marathon of the unexpected / Venezia 2010.