Fotografando l'incanto
Arte creata con l'infanzia
Fotografia, video, illustrazioni, installazioni, performances a cura di Anna Albertarelli
"Avere uno sguardo di una fotografa per fare scatti emozionali sull'infanzia è stato il primo punto focale del progetto, il secondo è stato commissionare e condividere con altre madri/operatrici/artiste la relazione con l'infanzia"
Arte creata con l'infanzia
Fotografia, video, illustrazioni, installazioni, performances a cura di Anna Albertarelli
"Avere uno sguardo di una fotografa per fare scatti emozionali sull'infanzia è stato il primo punto focale del progetto, il secondo è stato commissionare e condividere con altre madri/operatrici/artiste la relazione con l'infanzia"

Anna Albertarelli / Thomas Passuti / Roberto Passuti
Trittico dell'amor sottile
videoinstallazione
Il linguaggio che si crea tra una madre ed un figlio è la risultante di un amore innato, intenso ed empatico. Segrete sono le modalità di codificazione che i due si scambiano continuamente, condividendo luoghi non definiti come una sospensione dello spazio-tempo e facendo confluire il nostro pensiero in un trittico contemporaneo.Non un video, ma una serie di fotogrammi in lento divenire distribuiti equamente in tre parti: gestazione, nascita e crescita. I suoni a volte didascalici ed altre eterei accompagnano e legano le tre fasi facendole coesistere e sgretolandone la sequenza temporale. Non una installazione video sonora, ma piuttosto un piccolo evento poetico per celebrare l'amor sottile, quello che io uso chiamare così quando mi fermo a pensare a sentimenti materni.
Anna Albertarelli
Nasce a Milano il 13/11/1965, vive e lavora a Bologna, laureata al DAMS di Bologna in Psicologia delle Arti, ha praticato arti marziali, judo, karate, (1° dan) a livelli agonistici, e'danzatrice, coreografa, performer fisica, insegnante di danza contact-improvisation, gestione del corpo performativo, teatro fisico e movimento creativo per l'infanzia, pilates, postural training. Coordina da anni gruppi sperimentali e corsi di formazione per insegnanti, operatori e volontari che lavorano con disabili fisici e psichici, a mediazione corporea e mirati all'integrazione. È direttrice artistica e coreografa di: Gohatto Fondata nel 2003 da Anna Albertarelli e Roberto Passuti. Video-danza, installazioni visivo-sonore, interazioni tra coreografia e suono. Negli anni si sono occupati di eventi performativi,video-danza e istallazioni visivo sonore: GDA, Blue Blood Dolphin, Il Paradosso del Mentitore. Progetti attualmente in atto e in relazione con: Disabilità e integrazione sociale-culturale-artistica: progetto XXH conferenza/performance e documentarte sulla sessualità e la disabilità. Multimedialità: progetto Stenopeica in collaborazione con l'antropologo, fotografo, scrittore Martino Nicoletti (stenopeicaproject.blogspot.it). Fotografia e corpo-movimento: progetto Con la coda dell'occhio, con il fotografo architetto Roberto Ruager. Arte con e per l'infanzia: progetti Codice Innato 1, COdice Innato 2, La lupa bianca del bosco d'inverno, hOMOH. Vi-kap Officina Integrata dello Spettacolo-Teatro Sociale Direttore artistico Anna Albertarelli; coordinatore scientifico Prof. Roberto Penzo. Compagnia composta da attori-danzatori disabili e non, nata grazie alla collaborazione con il CUSB Bologna nell'ambito della esperienza del "Laboratorio di Teatro Fisico" che dal 2000, presso prima la palestra del Dopo Lavoro Ferroviario e ora presso la Palestra dell'Atc Bologna, svolge la sua attività aperta a tutti. Coopera da anni con il Teatro Testoni ragazzi per i progetti Cantamaggio. Conduce da anni una ricerca sul tocco-contatto, che ha prima esplorato a terra e successivamente in acqua. Integra nel suo percorso olistico e di benessere psicofisico esperienze tratte dallo zen shiatsu, tantsu, terapie praniche, watsu, anatomia esperienziale, danza contact e meditazione. È pratictioner watsu diplomata presso Watsu Italia con una formazione triennale riconosciuta a livello internazionale, insegnante di watsu e danza e istruttrice di Ai chi acquatico riconosciuta dall'Acqua Dynamics Institute di Yokohama (Giappone). Segue da anni gli ateliersi di Anatomia sensoriale con il coreografo francese Carlo Locatelli.
www.staminassociation.com
Roberto Passuti
Attraversa le diverse forme dello spettacolo e della multimedialità, come produttore, compositore, light designer e video maker, regista. Conduce l'attività di produttore musicale presso SpectrumStudio in società con Francesco Brini (Pinktronix, Swaizak). È cofondatore con Anna Albertarelli del progetto artistico di ricerca in divenire Gohatto. Collabora con diverse compagnie italiane di teatro e danza come Ivano Marescotti, Le Belle Bandiere e Simona Bertozzi e compagnia Vi-Kap composta da danzatori-attori diversamente abili. Ha realizzato colonne sonore e montaggio di diversi film tra cui: "Palabras" di Corso Salani ,"Il vento fa il suo giro" di Giorgio Diritti, "All'amore assente " e "Il vento di Ser" di Andrea Adriatico. Ha insegnato e gestito la Bottega di Giovanni Lindo Ferretti. È cofondatore assieme all'amico e collaboratore Martino Nicoletti (antropologo di Geo&Geo) del progetto Stenopeica, che opera a 360° nel panorama artistico, multimediale e interculturale, avvalendosi di nomi come Franco Battiato, Teresa de Sio, Giovanni Lindo Ferretti.
Trittico dell'amor sottile
videoinstallazione
Il linguaggio che si crea tra una madre ed un figlio è la risultante di un amore innato, intenso ed empatico. Segrete sono le modalità di codificazione che i due si scambiano continuamente, condividendo luoghi non definiti come una sospensione dello spazio-tempo e facendo confluire il nostro pensiero in un trittico contemporaneo.Non un video, ma una serie di fotogrammi in lento divenire distribuiti equamente in tre parti: gestazione, nascita e crescita. I suoni a volte didascalici ed altre eterei accompagnano e legano le tre fasi facendole coesistere e sgretolandone la sequenza temporale. Non una installazione video sonora, ma piuttosto un piccolo evento poetico per celebrare l'amor sottile, quello che io uso chiamare così quando mi fermo a pensare a sentimenti materni.
Anna Albertarelli
Nasce a Milano il 13/11/1965, vive e lavora a Bologna, laureata al DAMS di Bologna in Psicologia delle Arti, ha praticato arti marziali, judo, karate, (1° dan) a livelli agonistici, e'danzatrice, coreografa, performer fisica, insegnante di danza contact-improvisation, gestione del corpo performativo, teatro fisico e movimento creativo per l'infanzia, pilates, postural training. Coordina da anni gruppi sperimentali e corsi di formazione per insegnanti, operatori e volontari che lavorano con disabili fisici e psichici, a mediazione corporea e mirati all'integrazione. È direttrice artistica e coreografa di: Gohatto Fondata nel 2003 da Anna Albertarelli e Roberto Passuti. Video-danza, installazioni visivo-sonore, interazioni tra coreografia e suono. Negli anni si sono occupati di eventi performativi,video-danza e istallazioni visivo sonore: GDA, Blue Blood Dolphin, Il Paradosso del Mentitore. Progetti attualmente in atto e in relazione con: Disabilità e integrazione sociale-culturale-artistica: progetto XXH conferenza/performance e documentarte sulla sessualità e la disabilità. Multimedialità: progetto Stenopeica in collaborazione con l'antropologo, fotografo, scrittore Martino Nicoletti (stenopeicaproject.blogspot.it). Fotografia e corpo-movimento: progetto Con la coda dell'occhio, con il fotografo architetto Roberto Ruager. Arte con e per l'infanzia: progetti Codice Innato 1, COdice Innato 2, La lupa bianca del bosco d'inverno, hOMOH. Vi-kap Officina Integrata dello Spettacolo-Teatro Sociale Direttore artistico Anna Albertarelli; coordinatore scientifico Prof. Roberto Penzo. Compagnia composta da attori-danzatori disabili e non, nata grazie alla collaborazione con il CUSB Bologna nell'ambito della esperienza del "Laboratorio di Teatro Fisico" che dal 2000, presso prima la palestra del Dopo Lavoro Ferroviario e ora presso la Palestra dell'Atc Bologna, svolge la sua attività aperta a tutti. Coopera da anni con il Teatro Testoni ragazzi per i progetti Cantamaggio. Conduce da anni una ricerca sul tocco-contatto, che ha prima esplorato a terra e successivamente in acqua. Integra nel suo percorso olistico e di benessere psicofisico esperienze tratte dallo zen shiatsu, tantsu, terapie praniche, watsu, anatomia esperienziale, danza contact e meditazione. È pratictioner watsu diplomata presso Watsu Italia con una formazione triennale riconosciuta a livello internazionale, insegnante di watsu e danza e istruttrice di Ai chi acquatico riconosciuta dall'Acqua Dynamics Institute di Yokohama (Giappone). Segue da anni gli ateliersi di Anatomia sensoriale con il coreografo francese Carlo Locatelli.
www.staminassociation.com
Roberto Passuti
Attraversa le diverse forme dello spettacolo e della multimedialità, come produttore, compositore, light designer e video maker, regista. Conduce l'attività di produttore musicale presso SpectrumStudio in società con Francesco Brini (Pinktronix, Swaizak). È cofondatore con Anna Albertarelli del progetto artistico di ricerca in divenire Gohatto. Collabora con diverse compagnie italiane di teatro e danza come Ivano Marescotti, Le Belle Bandiere e Simona Bertozzi e compagnia Vi-Kap composta da danzatori-attori diversamente abili. Ha realizzato colonne sonore e montaggio di diversi film tra cui: "Palabras" di Corso Salani ,"Il vento fa il suo giro" di Giorgio Diritti, "All'amore assente " e "Il vento di Ser" di Andrea Adriatico. Ha insegnato e gestito la Bottega di Giovanni Lindo Ferretti. È cofondatore assieme all'amico e collaboratore Martino Nicoletti (antropologo di Geo&Geo) del progetto Stenopeica, che opera a 360° nel panorama artistico, multimediale e interculturale, avvalendosi di nomi come Franco Battiato, Teresa de Sio, Giovanni Lindo Ferretti.

Francesca Proia
La montagna delle intuizioni d'amore
performance
Un racconto di spazi sottili in cui si svelano per un istante i movimenti magici dell'immaginazione alla base del nascere e del far nascere.
Ideazione, testo: Francesca Proia
Collaborazione artistica: Danilo Conti
"Mother can wear a heavy winter coat in the middle of the desert – you create your own reality"(Yumi Sakugawa – The four truths of mother).
La forma del mio corpo è contingente, legata al tempo, ma l'essenza profonda non cambia dalla nascita alla morte. Si manifesta attraverso una sensazione a sé, la sensazione di essere una specifica persona e nessun altro. È una percezione che ho chiara, e che mi accompagna sin dalle prime memorie. Potremmo chiamarla la pura sensazione del senso dell'io? Il senso profondo di essere me stessa, in questa vita, in questo mondo particolare. Ho immaginato di incontrare i miei bambini, Ivan e Margherita, in questa stessa dimensione atemporale, dove ciascuno è libero nell'ampiezza della propria essenza, e oltre la dimensione corporea e contingente. L'oggetto è trattare quegli spazi sottili, al di là del tempo, in cui si svelano, per un istante, i movimenti magici dell'immaginazione che sono alla base del nascere e del far nascere.
Da dove vieni tu? Dov'eri prima di nascere? Sono domande che faccio spesso ai miei bambini. E loro mi rispondono le cose più diverse: vengo dal cielo, dal mare, dall'Australia, da sotto terra, dal pancione, da un'altra casa, dal bosco.Io invece posso solo immaginare che provengano dallo spazio tra due battiti del cuore. È uno spazio che assorbe il tempo. Ed è vasto, c'è un mondo dentro. Si estende oltre il mondo fisico. Da lì, io sento che posso cambiare tutto di me, in un soffio. Non c'è la percezione di quella fissità dell'associarsi ad un corpo costituito dal tempo. Il punto allora è sottrarsi al ritmo, penetrando tra due cardini.
Francesca Proia
Performer, coreografa, danzatrice italiana. Il suo lavoro si sviluppa a partire dagli esiti percettivi che derivano dalla sosta in stati inediti della coscienza. I formati performativi via via prodotti appaiono così come precipitati, residui di ciò che la percezione ha catturato dall'invisibile, la cui matrice rimane un oggetto nascosto, di natura non rappresentabile, e tuttavia presente, come una madre fantasma: "sono idee che si sviluppano a partire da un certo volto dell'energia, che mi appare, mi sorprende, e che desidero fermare". È autrice di Declinazioni yoga dell'immagine corporea, edito da Titivillus (2011). È stata assistente alle coreografie e danzatrice per il regista Romeo Castellucci/Societas Raffaello Sanzio dal 2003 al 2007. Segnalazione Speciale Premio Scenario e Premio Iceberg (2005). È una delle artiste selezionate dalla Fondation Cartier per il progetto "J'en réve", segnalata da Romeo Castellucci. Il suo lavoro è stato presentato, tra l'altro, al Festival Internazionale di Santarcangelo, all'Espace Malraux Scène nationale de Chambéry et de la Savoie, al Teatro Comunale di Ferrara, al Festival Vie di Modena e all'Auditorium a Roma. Collabora con l'attore, autore e regista Danilo Conti. Nei suoi progetti più recenti utilizza la lettura pubblica di testi che scrive su temi differenti, e concepiti per creare un filamento percettivo che supporti l'ascolto dello spettatore, così da rendere lo stesso ascolto un'esperienza corporea.
www.francescaproia.tumblr.com
La montagna delle intuizioni d'amore
performance
Un racconto di spazi sottili in cui si svelano per un istante i movimenti magici dell'immaginazione alla base del nascere e del far nascere.
Ideazione, testo: Francesca Proia
Collaborazione artistica: Danilo Conti
"Mother can wear a heavy winter coat in the middle of the desert – you create your own reality"(Yumi Sakugawa – The four truths of mother).
La forma del mio corpo è contingente, legata al tempo, ma l'essenza profonda non cambia dalla nascita alla morte. Si manifesta attraverso una sensazione a sé, la sensazione di essere una specifica persona e nessun altro. È una percezione che ho chiara, e che mi accompagna sin dalle prime memorie. Potremmo chiamarla la pura sensazione del senso dell'io? Il senso profondo di essere me stessa, in questa vita, in questo mondo particolare. Ho immaginato di incontrare i miei bambini, Ivan e Margherita, in questa stessa dimensione atemporale, dove ciascuno è libero nell'ampiezza della propria essenza, e oltre la dimensione corporea e contingente. L'oggetto è trattare quegli spazi sottili, al di là del tempo, in cui si svelano, per un istante, i movimenti magici dell'immaginazione che sono alla base del nascere e del far nascere.
Da dove vieni tu? Dov'eri prima di nascere? Sono domande che faccio spesso ai miei bambini. E loro mi rispondono le cose più diverse: vengo dal cielo, dal mare, dall'Australia, da sotto terra, dal pancione, da un'altra casa, dal bosco.Io invece posso solo immaginare che provengano dallo spazio tra due battiti del cuore. È uno spazio che assorbe il tempo. Ed è vasto, c'è un mondo dentro. Si estende oltre il mondo fisico. Da lì, io sento che posso cambiare tutto di me, in un soffio. Non c'è la percezione di quella fissità dell'associarsi ad un corpo costituito dal tempo. Il punto allora è sottrarsi al ritmo, penetrando tra due cardini.
Francesca Proia
Performer, coreografa, danzatrice italiana. Il suo lavoro si sviluppa a partire dagli esiti percettivi che derivano dalla sosta in stati inediti della coscienza. I formati performativi via via prodotti appaiono così come precipitati, residui di ciò che la percezione ha catturato dall'invisibile, la cui matrice rimane un oggetto nascosto, di natura non rappresentabile, e tuttavia presente, come una madre fantasma: "sono idee che si sviluppano a partire da un certo volto dell'energia, che mi appare, mi sorprende, e che desidero fermare". È autrice di Declinazioni yoga dell'immagine corporea, edito da Titivillus (2011). È stata assistente alle coreografie e danzatrice per il regista Romeo Castellucci/Societas Raffaello Sanzio dal 2003 al 2007. Segnalazione Speciale Premio Scenario e Premio Iceberg (2005). È una delle artiste selezionate dalla Fondation Cartier per il progetto "J'en réve", segnalata da Romeo Castellucci. Il suo lavoro è stato presentato, tra l'altro, al Festival Internazionale di Santarcangelo, all'Espace Malraux Scène nationale de Chambéry et de la Savoie, al Teatro Comunale di Ferrara, al Festival Vie di Modena e all'Auditorium a Roma. Collabora con l'attore, autore e regista Danilo Conti. Nei suoi progetti più recenti utilizza la lettura pubblica di testi che scrive su temi differenti, e concepiti per creare un filamento percettivo che supporti l'ascolto dello spettatore, così da rendere lo stesso ascolto un'esperienza corporea.
www.francescaproia.tumblr.com

Angela Malfitano
“M.”
breve composizione non retorica per figlio e madre
video/performance di Antonio Michelangelo Del Gaudio e Angela Malfitano
con l'aiuto di Fedra Boscaro
Angela Malfitano
è laureata in Lingue e Letterature straniere con una tesi in Storia del Teatro Inglese col Prof Claudio Meldolesi presso l'Università di Bologna. Lavora in teatro dall'età di 19 anni: si è formata come attrice soprattutto alla "scuola" di Leo De Berardinis e ha avuto importanti incontri di lavoro (tra gli altri) anche con Thierry Salmon: "Signorina Else" (produzione ERT, Modena), Dario Fo, Franca Rame, Marco Baliani: "Memoria del fuoco", Claudio Moranti: "Le Regine" e "Riccardo III", Luciano Nattino: "Perfettissime sorelle" e Alfieri Società Teatrale, Dominique Durvin (direttore del Teatro di Amiens), Alejandro Jodorowsky (psicomagia e teatro) e la drammaturga Renata Molinari (lavorano per una decina d'anni alla formazione di un gruppo di attrici-drammaturghe). Dal 1992 è anche autrice di propri progetti teatrali che l'hanno vista impegnata oltre che come interprete anche come regista, drammaturga e produttrice. Si è così creata la Compagnia Angela Malfitano. Ha fondato nel 1999, con Francesca Mazza, l'Associazione Culturale "Tra un atto e l'altro" con la quale ha ideato e realizzato un progetto di teatro-formazione sulle figure femminili dell'Odissea per le iniziative di Bologna2000. Inoltre come lavora come insegnante.
digilander.libero.it/angelamalfitano
“M.”
breve composizione non retorica per figlio e madre
video/performance di Antonio Michelangelo Del Gaudio e Angela Malfitano
con l'aiuto di Fedra Boscaro
Angela Malfitano
è laureata in Lingue e Letterature straniere con una tesi in Storia del Teatro Inglese col Prof Claudio Meldolesi presso l'Università di Bologna. Lavora in teatro dall'età di 19 anni: si è formata come attrice soprattutto alla "scuola" di Leo De Berardinis e ha avuto importanti incontri di lavoro (tra gli altri) anche con Thierry Salmon: "Signorina Else" (produzione ERT, Modena), Dario Fo, Franca Rame, Marco Baliani: "Memoria del fuoco", Claudio Moranti: "Le Regine" e "Riccardo III", Luciano Nattino: "Perfettissime sorelle" e Alfieri Società Teatrale, Dominique Durvin (direttore del Teatro di Amiens), Alejandro Jodorowsky (psicomagia e teatro) e la drammaturga Renata Molinari (lavorano per una decina d'anni alla formazione di un gruppo di attrici-drammaturghe). Dal 1992 è anche autrice di propri progetti teatrali che l'hanno vista impegnata oltre che come interprete anche come regista, drammaturga e produttrice. Si è così creata la Compagnia Angela Malfitano. Ha fondato nel 1999, con Francesca Mazza, l'Associazione Culturale "Tra un atto e l'altro" con la quale ha ideato e realizzato un progetto di teatro-formazione sulle figure femminili dell'Odissea per le iniziative di Bologna2000. Inoltre come lavora come insegnante.
digilander.libero.it/angelamalfitano
Laura Matano
Equilibrium
performance/installazione
con Laura Matano e Cecilia Ferrari
video motion a cura di Jessica Incerti Tellani
supporto tecnico Andrea Bassi
Durante la mia dolce gravidanza il mio corpo cambiava, le mie forme aumentavano, la mia anima si fondeva con l'anima di un esserino che era intento a crescere.
Ma tutta questa meraviglia si scontrava con il mio modo d'essere, sempre piena di cose da fare. Il mio lavoro e la mia danza non si sono arrestati neanche un attimo.
Stavo bene, ero affaticata, ma il mio orgoglio di donna riusciva a farmi superare ogni limite oggettivo dovuto alla stanchezza.
E ora...
Ora c'è Cecilia, bambina carica di vita, con una fisicità inarrestabile.
Ogni oggetto più grande di lei diventa mezzo di gioco, di scoperta, di interazione.
La fisicità di Cecilia, il suo desiderio di scoperta e di interazione con il mondo esterno, così grande rispetto al suo piccolo corpo, è stata fonte di ispirazione per il progetto Equilibrium.
Laura Matano
Si forma presso il Centro Studi Danza Moderno - Creativa Chorea di Bologna diretto da Nicoletta Sacco frequentando il percorso di studi e orientamento professionale all'interno dei corsi di specializzazione, diventando maestra in tecnica moderno-creativa. Nel 2002 partecipa ad un corso di perfezionamento per danzatori contemporanei a Roma sotto la direzione artistica di Simona Bucci. All'età di 13 anni entra a far parte della compagnia giovanile Children's Dance Company. Dal 1999 diventa una delle danzatrici della Compagnia Professionale Chorea, interpretando varie coreografie sia di repertorio che nuove produzioni in Italia e all'Estero. Dal 2003 ad oggi danzatrice della Compagnia LTD Reggio Emilia andando in scena con svariate produzioni. Dal 2006 ad oggi diventa linea guida di un gruppo di ricerca sul movimento contemporaneo e sulla sperimentazione coreografica, che estende il proprio lavoro alle video istallazioni, performances e produzioni. Concetto fondamentale della compagnia è quello di ricercare e sperimentare sulla forma del movimento arricchendo e aiutandosi con svariati artisti che esalto e sostengo il movimento contemporaneo. Con la Compagnia Ltdance Project partecipa a svariati Festival Internazionali e Nazionali. Nel 2008 coreografa "Le Stanze", spettacolo che calca anche il palco dell'annuale edizione de "La Notte Bianca" di Reggio Emilia. Il 2010 coreografa "Interno 10/B" e partecipa alla collaborazione tra LTDance Project e Reggio Nel Mondo per i festeggiamenti del venticinquesimo anno del gemellaggio tra Reggio Emilia e Fort Worth. Nel Settembre 2010 si reca infatti in Texas per danzare per la cerimonia dei festeggiamenti. Nel medesimo anno partecipa ad "Ant Work" con "42124 – Alla ricerca di una destinazione", performance da lei coreografata con la video proiezione di Emanuela Chiapponi. Il tour 2011 dello spettacolo "interno 10/B", la porta sui palchi del Naj Naj Naj Festival (Zagabria - Croazia), di numerosi teatri italiani e del prestigioso Edinburgh Fringe Festival (Edimburgo – Scozia). Con lo spettacolo "42124 – Alla ricerca di una destinazione" partecipa invece a Fotografia Europea e al roBOt 04 di Bologna. Altre coreografie firmate negli ultimi anni sono "Elevation of Water" (2011) e "Tra Sacro e Profano" (2011).
Equilibrium
performance/installazione
con Laura Matano e Cecilia Ferrari
video motion a cura di Jessica Incerti Tellani
supporto tecnico Andrea Bassi
Durante la mia dolce gravidanza il mio corpo cambiava, le mie forme aumentavano, la mia anima si fondeva con l'anima di un esserino che era intento a crescere.
Ma tutta questa meraviglia si scontrava con il mio modo d'essere, sempre piena di cose da fare. Il mio lavoro e la mia danza non si sono arrestati neanche un attimo.
Stavo bene, ero affaticata, ma il mio orgoglio di donna riusciva a farmi superare ogni limite oggettivo dovuto alla stanchezza.
E ora...
Ora c'è Cecilia, bambina carica di vita, con una fisicità inarrestabile.
Ogni oggetto più grande di lei diventa mezzo di gioco, di scoperta, di interazione.
La fisicità di Cecilia, il suo desiderio di scoperta e di interazione con il mondo esterno, così grande rispetto al suo piccolo corpo, è stata fonte di ispirazione per il progetto Equilibrium.
Laura Matano
Si forma presso il Centro Studi Danza Moderno - Creativa Chorea di Bologna diretto da Nicoletta Sacco frequentando il percorso di studi e orientamento professionale all'interno dei corsi di specializzazione, diventando maestra in tecnica moderno-creativa. Nel 2002 partecipa ad un corso di perfezionamento per danzatori contemporanei a Roma sotto la direzione artistica di Simona Bucci. All'età di 13 anni entra a far parte della compagnia giovanile Children's Dance Company. Dal 1999 diventa una delle danzatrici della Compagnia Professionale Chorea, interpretando varie coreografie sia di repertorio che nuove produzioni in Italia e all'Estero. Dal 2003 ad oggi danzatrice della Compagnia LTD Reggio Emilia andando in scena con svariate produzioni. Dal 2006 ad oggi diventa linea guida di un gruppo di ricerca sul movimento contemporaneo e sulla sperimentazione coreografica, che estende il proprio lavoro alle video istallazioni, performances e produzioni. Concetto fondamentale della compagnia è quello di ricercare e sperimentare sulla forma del movimento arricchendo e aiutandosi con svariati artisti che esalto e sostengo il movimento contemporaneo. Con la Compagnia Ltdance Project partecipa a svariati Festival Internazionali e Nazionali. Nel 2008 coreografa "Le Stanze", spettacolo che calca anche il palco dell'annuale edizione de "La Notte Bianca" di Reggio Emilia. Il 2010 coreografa "Interno 10/B" e partecipa alla collaborazione tra LTDance Project e Reggio Nel Mondo per i festeggiamenti del venticinquesimo anno del gemellaggio tra Reggio Emilia e Fort Worth. Nel Settembre 2010 si reca infatti in Texas per danzare per la cerimonia dei festeggiamenti. Nel medesimo anno partecipa ad "Ant Work" con "42124 – Alla ricerca di una destinazione", performance da lei coreografata con la video proiezione di Emanuela Chiapponi. Il tour 2011 dello spettacolo "interno 10/B", la porta sui palchi del Naj Naj Naj Festival (Zagabria - Croazia), di numerosi teatri italiani e del prestigioso Edinburgh Fringe Festival (Edimburgo – Scozia). Con lo spettacolo "42124 – Alla ricerca di una destinazione" partecipa invece a Fotografia Europea e al roBOt 04 di Bologna. Altre coreografie firmate negli ultimi anni sono "Elevation of Water" (2011) e "Tra Sacro e Profano" (2011).

Livia Solmi / Andrea Fiorini / Cloe Fiorini
Sens-azione / La vista
Prima parte
installazione interattiva
La vista o meglio, i punti di vista. Tutto è grande enorme e nuovo. Forse un po' sfuocato all'orizzonte, non del tutto a colori, ma comunque affascinante e sperimentale, da sperimentare. Tutto nasce da 20 cm da terra e si allunga verso il cielo alto e irraggiungibile e per questo pieno di sogni e di forme immaginate, fantastiche o paurose.
La meraviglia nello scoprire un mondo nuovo oltre ogni angolo, anche il più piccolo, racchiude lo stupore e l'attenzione per ogni dettaglio al quale non siamo più abituati perché per noi grandi il quotidiano vedere è filtrato dal nostro presunto sapere che esclude tutto quanto è considerato scartabile perché già conosciuto.
Cambiare punto di vista. Per continuare a stupirsi come ci insegna una bimba. Per riattivare quel meccanismo di curiosità che è l'unico motore possibile per non cadere nello scarto noi stessi. E che fortunatamente è il motore che giuda la conoscenza inconscia dei bambini.
Livia Solmi
Studia alla facoltà di Scienze della Formazione di Bologna come formatrice e consegue il diploma di II° livello in Management della formazione all'Università Ca' Foscari di Venezia. Dopo alcuni anni come educatrice presso strutture diurne per disabili, lavora a Bologna dal 2004 come tutor, docente, formatrice e progettista nei percorsi biennali di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) con adolescenti caratterizzati da percorsi scolastici pregressi fallimentari, in maggioranza provenienti da paesi extraeuropei (giovani anche di recentissima immigrazione) e che si trovano, spesso, in condizioni di disagio sociale, economico e culturale. Ha collaborato con l'Osservatorio delle Migrazioni della Provincia di Bologna e l'Istituzione Minguzzi per indagare lo stato dei servizi offerti agli stranieri sul territorio di Bologna e Provincia. Si interessa al movimento studiando prima danza classica e successivamente indagando differenti forme di espressione corporea. Studia contact improvisation insieme ad Anna Albertarelli e attraverso il laboratorio di contact e danceability tenuto da Anna Albertarelli e Roberto Penzo entra a far parte dal 2003 al 2005, come performer, della compagnia V-Kap. Nel 2008 fonda, insieme a Fedra Boscaro e Andrea Fiorini, la compagnia Ipazia che lavora sullo scarto prodotto dall'interazione tra corpi, video ed elaborazione dei suoni prodotti. Tra le principali produzioni: l'installazione performance "Cables#", sviluppata e performata fino alla sedicesima edizione e "La casa di Asterione", progetto che accede alla fase semifinale del concorso Premio scenario 2008-2009.
Andrea Fiorini
architetto socio fondatore di RP studio architetti associati e musicista a Bologna. Si forma studiando pianoforte al Conservatorio di Bologna. Diplomato in solfeggio, abbandona l'ambiente classico dopo 4 anni; impara a suonare chitarra e batteria. Si interessa di suono collaborando con Stefano Pilia. La sperimentazione sullo strumento computer nasce negli anni dell'università. In questi anni, mai abbandonando lo strumento pianoforte, comincia ad utilizzare il computer per registrare e produrre suono fino a registrare e masterizzare alcune autoproduzioni proprie e per cantautori locali. Dalla primavera del 2008 fa parte come membro fondatore e curatore degli ambienti sonori del gruppo performativo Ipazia con Fedra Boscaro e, Livia Solmi. Ipazia lavora ad una serie di interventi performativi il cui fine è quello di connettere la danza all'elaborazione dei suoni concreti da essa prodotti, il tutto in tempo reale. A fine 2008 Ipazia inizia a lavorare a progetti teatrali. Nel 2010 fa arte del gruppo Hana-ni con Francesca Burzacchini, Paola Stella Minni, Monica Gentile, Laura Ulisse come curatore degli ambienti sonori che accompagnano e sono parte integrante delle performances. Dal 2010 collabora con Anna Albertarelli durante il laboratorio annuale di contact eseguendo improvvisazioni con chitarra elettrica e campionatore di accompagnamento alla danza. Il lavoro di improvvisazione è stato poi raccolto in un cd di alcuni momenti significativi "Music for contact". Principali progetti Hana-ni - "garage kit" con il quale partecipa, nel 2011 a GDA raggiungendo la fase finale del premio. Hana-ni – "Otaku", Ipazia – "Cables#", Ipazia - "La casa di asterione" con la quale partecipa a premio scenario 2008-2009; il progetto accede alla fase semifinale del concorso.
Sens-azione / La vista
Prima parte
installazione interattiva
La vista o meglio, i punti di vista. Tutto è grande enorme e nuovo. Forse un po' sfuocato all'orizzonte, non del tutto a colori, ma comunque affascinante e sperimentale, da sperimentare. Tutto nasce da 20 cm da terra e si allunga verso il cielo alto e irraggiungibile e per questo pieno di sogni e di forme immaginate, fantastiche o paurose.
La meraviglia nello scoprire un mondo nuovo oltre ogni angolo, anche il più piccolo, racchiude lo stupore e l'attenzione per ogni dettaglio al quale non siamo più abituati perché per noi grandi il quotidiano vedere è filtrato dal nostro presunto sapere che esclude tutto quanto è considerato scartabile perché già conosciuto.
Cambiare punto di vista. Per continuare a stupirsi come ci insegna una bimba. Per riattivare quel meccanismo di curiosità che è l'unico motore possibile per non cadere nello scarto noi stessi. E che fortunatamente è il motore che giuda la conoscenza inconscia dei bambini.
Livia Solmi
Studia alla facoltà di Scienze della Formazione di Bologna come formatrice e consegue il diploma di II° livello in Management della formazione all'Università Ca' Foscari di Venezia. Dopo alcuni anni come educatrice presso strutture diurne per disabili, lavora a Bologna dal 2004 come tutor, docente, formatrice e progettista nei percorsi biennali di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) con adolescenti caratterizzati da percorsi scolastici pregressi fallimentari, in maggioranza provenienti da paesi extraeuropei (giovani anche di recentissima immigrazione) e che si trovano, spesso, in condizioni di disagio sociale, economico e culturale. Ha collaborato con l'Osservatorio delle Migrazioni della Provincia di Bologna e l'Istituzione Minguzzi per indagare lo stato dei servizi offerti agli stranieri sul territorio di Bologna e Provincia. Si interessa al movimento studiando prima danza classica e successivamente indagando differenti forme di espressione corporea. Studia contact improvisation insieme ad Anna Albertarelli e attraverso il laboratorio di contact e danceability tenuto da Anna Albertarelli e Roberto Penzo entra a far parte dal 2003 al 2005, come performer, della compagnia V-Kap. Nel 2008 fonda, insieme a Fedra Boscaro e Andrea Fiorini, la compagnia Ipazia che lavora sullo scarto prodotto dall'interazione tra corpi, video ed elaborazione dei suoni prodotti. Tra le principali produzioni: l'installazione performance "Cables#", sviluppata e performata fino alla sedicesima edizione e "La casa di Asterione", progetto che accede alla fase semifinale del concorso Premio scenario 2008-2009.
Andrea Fiorini
architetto socio fondatore di RP studio architetti associati e musicista a Bologna. Si forma studiando pianoforte al Conservatorio di Bologna. Diplomato in solfeggio, abbandona l'ambiente classico dopo 4 anni; impara a suonare chitarra e batteria. Si interessa di suono collaborando con Stefano Pilia. La sperimentazione sullo strumento computer nasce negli anni dell'università. In questi anni, mai abbandonando lo strumento pianoforte, comincia ad utilizzare il computer per registrare e produrre suono fino a registrare e masterizzare alcune autoproduzioni proprie e per cantautori locali. Dalla primavera del 2008 fa parte come membro fondatore e curatore degli ambienti sonori del gruppo performativo Ipazia con Fedra Boscaro e, Livia Solmi. Ipazia lavora ad una serie di interventi performativi il cui fine è quello di connettere la danza all'elaborazione dei suoni concreti da essa prodotti, il tutto in tempo reale. A fine 2008 Ipazia inizia a lavorare a progetti teatrali. Nel 2010 fa arte del gruppo Hana-ni con Francesca Burzacchini, Paola Stella Minni, Monica Gentile, Laura Ulisse come curatore degli ambienti sonori che accompagnano e sono parte integrante delle performances. Dal 2010 collabora con Anna Albertarelli durante il laboratorio annuale di contact eseguendo improvvisazioni con chitarra elettrica e campionatore di accompagnamento alla danza. Il lavoro di improvvisazione è stato poi raccolto in un cd di alcuni momenti significativi "Music for contact". Principali progetti Hana-ni - "garage kit" con il quale partecipa, nel 2011 a GDA raggiungendo la fase finale del premio. Hana-ni – "Otaku", Ipazia – "Cables#", Ipazia - "La casa di asterione" con la quale partecipa a premio scenario 2008-2009; il progetto accede alla fase semifinale del concorso.

Sabrina Naspi / Penelope Reversi
La Forma Perfetta
Fotografia
foto Elena La Ganga
Tutta la vita a cercare l'Essenza, tutta la vita a cercare la forma nuova, la forma primordiale attraverso la mia arte che è il corpo.
E poi l'arrivo di Penelope, mia figlia. Un arrivo che con il corpo ha a che fare in maniera imprescindibile. Dal mio corpo nasce, nel mio corpo ha preso forma, nel mio corpo ha dormito, sognato.
Dal mio corpo è uscita, con il dolore e la violenza insita in ogni nascita e in ogni cambiamento.
Un corpo che con la gravidanza e il parto si è evoluto, ha imparato, ha appreso nuovi dolori, nuove forme, nuove gioie, nuovi brividi, nuove necessità.
Un corpo che si fa portatore di senso, si fa portatore di ricordi.
Il mio corpo mi ricorda il legame con mia figlia.
Me lo ricorda il mio stomaco, me lo ricorda il mio seno. Lo sento, sento fisicamente il legame e il passaggio di mia figlia dentro di me.
Legame misterioso, legame reale e al tempo stesso quasi irrazionale.
Simbiosi primordiale, come primordiale è il concepimento e la nascita, atti così semplici, animaleschi che ci avvicinano all'Essenza delle cose.
Prima che Anna mi chiedesse di partecipare al progetto Fotografando l'Incanto, ho voluto fotografare il mio corpo portatore di sapere e di saggezza dopo il parto.
Ho voluto rivivere in maniera performativa tutto il percorso del mio corpo dal concepimento alla nascita di mia figlia e ho chiesto ad Elena di fotografare.
Quando Anna mi ha chiesto di partecipare al progetto ho subito pensato a quegli scatti, e ho pensato che potevano essere il materiale di partenza per cogliere l'Incanto di Penelope di fronte all'Incanto del mio corpo di fronte alla sua stessa nascita.
Ho pensato di fotografare mia figlia, che ora ha quattro anni, di fronte a quelle foto, fotografare il suo sguardo, la sua curiosità.
Sempre con Elena abbiamo allestito il set fotografico, abbiamo proiettato dall'alto su uno sfondo bianco le mie foto, in modo da permettere a Penelope di osservarle ed essere fotografata nel momento stesso della sorpresa.
E dal set fotografico è nata una nuova cosa, l'Incanto non è stato il suo sguardo, l'Incanto è stato osservare come mia figlia si sia integrata con il suo corpo e con la sua compostezza in quelle mie foto.
Il risultato del lavoro non è stato l'Incanto negli occhi, ma l'Incanto nel corpo di bambina che cerca e trova un posto tra il corpo di sua madre passata.
Posso dire che l'esperienza sia stata Incantevole, incantevole per me che sono madre e performer di quelle foto iniziali.
Ma l'arte deve saper raccontare e incantare tutti ... Non so se ci sono riuscita.
Durante questa esperienza di creazione artistica con Penelope, ho ritrovato tutto il senso delle parole di Achille Bonito Oliva
"...Dunque diciamo che tra arte, artista, bambino e infanzia c'è questa dicotomia: da una parte c'è l'infanzia che serve a vestire l'uomo, che lavora per potenziare l'uomo. Dall'altra c'è l'arte che serve a mettere a nudo l'umanità..."
Da una parte ci sono io donna, madre, artista che con tutto il mio passato e il mio sapere ho tentato di mettere a nudo me stessa in seguito ad un'esperienza fisica primordiale, di spogliarmi del sapere attraverso una regressione e arrivare all'essenza del mio essere e del mio vivere; dall'altra c'è mia figlia che per partecipare al progetto ha dovuto mettere in campo tutto il suo saper fare, tutta la sua capacità di muoversi attraverso lo spazio, tutta la sua capacità di osservare. Io ho dovuto regredire e spogliarmi di sapere, Penelope ha dovuto crescere e mettere in gioco tutta la sua capacità di concentrazione e di consapevolezza del proprio corpo.
In questo sforzo comune e che parte da direzioni opposte abbiamo creato insieme arte. Io mente consapevole alla ricerca dell'istinto primordiale, Penelope mente e ispiratrice inconsapevole di arte, alla ricerca della forma perfetta.
Sabrina Naspi
Coreografa e performer. Nata a Fabriano il 3 Ottobre 1971, vive e lavora a Bologna. Laureata in Fisica nel 1997, si forma come danzatrice contemporanea con Nicoletta Sacco a Bologna. Ha lavorato come danzatrice nella compagnia Chorea diretta da Nicoletta Sacco e Iris diretta da Valentina Caggio. Nel 2005 fonda con Laura Matano e Elena La Ganga la Compagnia Ltd. Con la compagnia affina il suo percorso di ricerca sperimentandosi nell'espressione artistica da un'ottica multidisciplinare valorizzando la trasversalità e si dedica alla produzione di video-danza, progetti fotografici e collaborazioni con artisti e musicisti. Tra le principali produzini: Uno due tre corpi segarono il silenzio, Terra di Lavoro. Per la Compagnia Ltd, in collaborazione con Comunicattive, coreografa e danza per i video I lavoratori della luce (2006) selezionato a Premio Iceberg 2006 - sezione video e Swimm (2008) selezionato a Reggio Film Festival 2009. Ultimo lavoro realizzato con Laura Matano è Il sogno di Penelope rivolto ai bambini dai 3 ai 6 anni, per al compagnia LTDance Project. Inoltre continua la collaborazione con la fotografa Elena La Ganga, per Il mio corpo umano, progetto di interazione tra danza e fotografia, presentato all'interno di Fotografia Europea 2013 di Reggio Emilia nella sezione Off.
La Forma Perfetta
Fotografia
foto Elena La Ganga
Tutta la vita a cercare l'Essenza, tutta la vita a cercare la forma nuova, la forma primordiale attraverso la mia arte che è il corpo.
E poi l'arrivo di Penelope, mia figlia. Un arrivo che con il corpo ha a che fare in maniera imprescindibile. Dal mio corpo nasce, nel mio corpo ha preso forma, nel mio corpo ha dormito, sognato.
Dal mio corpo è uscita, con il dolore e la violenza insita in ogni nascita e in ogni cambiamento.
Un corpo che con la gravidanza e il parto si è evoluto, ha imparato, ha appreso nuovi dolori, nuove forme, nuove gioie, nuovi brividi, nuove necessità.
Un corpo che si fa portatore di senso, si fa portatore di ricordi.
Il mio corpo mi ricorda il legame con mia figlia.
Me lo ricorda il mio stomaco, me lo ricorda il mio seno. Lo sento, sento fisicamente il legame e il passaggio di mia figlia dentro di me.
Legame misterioso, legame reale e al tempo stesso quasi irrazionale.
Simbiosi primordiale, come primordiale è il concepimento e la nascita, atti così semplici, animaleschi che ci avvicinano all'Essenza delle cose.
Prima che Anna mi chiedesse di partecipare al progetto Fotografando l'Incanto, ho voluto fotografare il mio corpo portatore di sapere e di saggezza dopo il parto.
Ho voluto rivivere in maniera performativa tutto il percorso del mio corpo dal concepimento alla nascita di mia figlia e ho chiesto ad Elena di fotografare.
Quando Anna mi ha chiesto di partecipare al progetto ho subito pensato a quegli scatti, e ho pensato che potevano essere il materiale di partenza per cogliere l'Incanto di Penelope di fronte all'Incanto del mio corpo di fronte alla sua stessa nascita.
Ho pensato di fotografare mia figlia, che ora ha quattro anni, di fronte a quelle foto, fotografare il suo sguardo, la sua curiosità.
Sempre con Elena abbiamo allestito il set fotografico, abbiamo proiettato dall'alto su uno sfondo bianco le mie foto, in modo da permettere a Penelope di osservarle ed essere fotografata nel momento stesso della sorpresa.
E dal set fotografico è nata una nuova cosa, l'Incanto non è stato il suo sguardo, l'Incanto è stato osservare come mia figlia si sia integrata con il suo corpo e con la sua compostezza in quelle mie foto.
Il risultato del lavoro non è stato l'Incanto negli occhi, ma l'Incanto nel corpo di bambina che cerca e trova un posto tra il corpo di sua madre passata.
Posso dire che l'esperienza sia stata Incantevole, incantevole per me che sono madre e performer di quelle foto iniziali.
Ma l'arte deve saper raccontare e incantare tutti ... Non so se ci sono riuscita.
Durante questa esperienza di creazione artistica con Penelope, ho ritrovato tutto il senso delle parole di Achille Bonito Oliva
"...Dunque diciamo che tra arte, artista, bambino e infanzia c'è questa dicotomia: da una parte c'è l'infanzia che serve a vestire l'uomo, che lavora per potenziare l'uomo. Dall'altra c'è l'arte che serve a mettere a nudo l'umanità..."
Da una parte ci sono io donna, madre, artista che con tutto il mio passato e il mio sapere ho tentato di mettere a nudo me stessa in seguito ad un'esperienza fisica primordiale, di spogliarmi del sapere attraverso una regressione e arrivare all'essenza del mio essere e del mio vivere; dall'altra c'è mia figlia che per partecipare al progetto ha dovuto mettere in campo tutto il suo saper fare, tutta la sua capacità di muoversi attraverso lo spazio, tutta la sua capacità di osservare. Io ho dovuto regredire e spogliarmi di sapere, Penelope ha dovuto crescere e mettere in gioco tutta la sua capacità di concentrazione e di consapevolezza del proprio corpo.
In questo sforzo comune e che parte da direzioni opposte abbiamo creato insieme arte. Io mente consapevole alla ricerca dell'istinto primordiale, Penelope mente e ispiratrice inconsapevole di arte, alla ricerca della forma perfetta.
Sabrina Naspi
Coreografa e performer. Nata a Fabriano il 3 Ottobre 1971, vive e lavora a Bologna. Laureata in Fisica nel 1997, si forma come danzatrice contemporanea con Nicoletta Sacco a Bologna. Ha lavorato come danzatrice nella compagnia Chorea diretta da Nicoletta Sacco e Iris diretta da Valentina Caggio. Nel 2005 fonda con Laura Matano e Elena La Ganga la Compagnia Ltd. Con la compagnia affina il suo percorso di ricerca sperimentandosi nell'espressione artistica da un'ottica multidisciplinare valorizzando la trasversalità e si dedica alla produzione di video-danza, progetti fotografici e collaborazioni con artisti e musicisti. Tra le principali produzini: Uno due tre corpi segarono il silenzio, Terra di Lavoro. Per la Compagnia Ltd, in collaborazione con Comunicattive, coreografa e danza per i video I lavoratori della luce (2006) selezionato a Premio Iceberg 2006 - sezione video e Swimm (2008) selezionato a Reggio Film Festival 2009. Ultimo lavoro realizzato con Laura Matano è Il sogno di Penelope rivolto ai bambini dai 3 ai 6 anni, per al compagnia LTDance Project. Inoltre continua la collaborazione con la fotografa Elena La Ganga, per Il mio corpo umano, progetto di interazione tra danza e fotografia, presentato all'interno di Fotografia Europea 2013 di Reggio Emilia nella sezione Off.

Nicoletta Portavia / Elena La Ganga
Childwood Box
fotografia
foto Elena La Ganga
Le visioni di una fotografa e di un'insegnante si uniscono e integrano all'interno di questo progetto. Due punti di vista sul mondo dell'infanzia che insieme creano un percorso ad “altezza di bambino”, dove egli diventa protagonista e ci racconta il reale dal suo punto di vista. La nostra collaborazione parte dal presupposto che il tema dell'infanzia si lega all'incanto perché è il bambino stesso che crea l'incanto. Ed è proprio su questo che abbiamo trovato il nostro punto in comune, ed è da qui che si sviluppa il nostro lavoro. Creiamo un'istallazione con l'intento di accogliere il pubblico in un “mondo fantastico”, cioè delle “mille possibilità” in cui poter riscoprire quelle emozioni e meraviglie verso il reale senza limiti spazio-temporali.
È con uno sguardo "incantato" che mi scopro ogni giorno ad affacciarmi sul mondo dell'infanzia. Uno sguardo curioso, in divenire, mai stanco di poter osservare e cogliere le innumerevoli sfaccettature che sono proprie di ogni bambino.
E ritrovo questa curiosità, questa voglia di scoprire, di provare, di inventare nei "miei bimbi" che quotidianamente mi accolgono nella loro realtà piena di incanto, meraviglia, giochi, paure. E dopo 10 anni di lavoro come insegnante mi accorgo sempre più che una sorta di magia verso il reale sono proprio i bambini a trasmettermela.
Insegnandomi come le più piccole cose possano essere "magiche" e contenere al loro interno significati profondi, immaginari fantastici densi di emozioni sia positive che negative; che sono presenti nel reale ma che solo grazie alla "purezza" che caratterizza i bambini, intesa come non-condizionamento dato dall'esperienza e dal pre-giudizio, si possono cogliere e scoprire. È da qui che nasce la voglia, insieme ad un gruppo di donne e mamme di approfondire il tema dell'incanto nell'infanzia e dell'incanto dell'infanzia, un tema da leggere con linguaggi, codici ed emozioni differenti. Voglia mossa dall'idea che avvicinandosi con sguardi diversi al mondo dei piccoli tutti noi adulti possiamo riflettere sulla molteplicità di aspetti che riguardano l'essere uomo o donna, l'essere o meno genitori, come l'entrare nel mondo adulto ci allontani da una visione "pura" delle cose.
Guardando da vicino il mondo dell'infanzia possiamo riappropiarci di quella voglia di riscoprire le cose con occhi aperti e limpidi, senza filtri.
Prima di iniziare questo viaggio nell'infanzia credo sia necessario svestirci dei nostri ruoli, dei pensieri precostituiti, dobbiamo intraprenderlo nudi, facendoci prendere per una volta la mano dai bambini e lasciarci condurre.
E chissà che qualcuno di noi esca dal viaggio con vestiti nuovi. Magari pieni di luce e colori.
È bello ritrovare, quando incontro un bambino, tutto ciò che è stato anche per me.
Così mi soffermo a pensare che il nostro sguardo sul mondo non deve appiattirsi, ma va rivissuto ogni giorno con occhi curiosi, niente dovrebbe essere scontato, ma guardato da prospettive sempre diverse.
I bambini mi regalano, con le loro connessioni creative, altre possibilità di pensiero e di visione. "Un grillo giallo è stato colorato dal sole", e i colori sono l'elemento fondamentale per la descrizione del mondo e delle emozioni.
Ed è proprio con i colori che voglio raccontare tutto quello che l'adulto spesso non vede e non sente più, il mondo incantato con il quale siamo cresciuti e che ha custodito sogni e realtà per noi possibili.
I filtri che spesso siamo costretti ad usare sono muri che possono diventare di cemento grigio; gli occhi dei bambini hanno filtri magici e colorati, e il mio intento è proprio quello di coprire l'obiettivo della macchina fotografica con questi filtri luminosi e cromati, che possono restituire immagini che contengono tutto questo mondo.
Elena La Ganga
Scultrice, fotografa e performer, si diploma all'Accademia di Belle Arti di Bologna, ha esposto e partecipato a mostre collettive e personali. Nel 2005 fonda con Laura Matano e Sabrina Naspi la Compagnia Ltd, con sede a Reggio Emilia: collettivo di artiste alla ricerca di uno spazio che sia punto di incontro tra le diverse arti. Si lavora sul confronto aperto tra artisti provenienti da formazione diversa ma accomunati dalla passione per la ricerca e l'indagine sull'essere umano contemporaneo. Ha curato e condotto danzando si cresce progetto di educazione allo sviluppo del movimento creativo nell’ambito didattico delle scuole materne ed elementari. Attualmente lavora come fotografa per la YOOX Group, azienda italiana specializzata nell'e-commerce di vendita al dettaglio di abbigliamento di alta moda e accessori e collabora con la coreografa Sabrina Naspi, per Il mio corpo umano, progetto di interazione tra danza e fotografia, presentato all'interno di Fotografia Europea 2013 di Reggio Emilia nella sezione Off.
Nicoletta Portavia
Nata a Fano nel 1983 vive a Bologna da 11 anni e dopo aver frequentato la Facoltà di Lettere e Filosofia lavora da 9 anni come insegnante i scuola dell'infanzia. Nelle scuole dove ha lavorato ha condotto laboratori di espressione corporea rivolti ai bambini dai 3 ai 5 anni, credendo nelle potenzialità del lavoro corporeo come linguaggio fondamentale sia nei bambini che negli adulti. L'interesse per la dimensione corporea è nato nell'adolescenza e si è formata attraverso corsi di teatro fisico, teatro danza, danza contemporanea. Da 4 anni segue il laboratorio di Contact Improvvisation e Movimento Organico condotto dalla performer Anna Albertarelli.Appassionata di cucina naturale si diletta in cucina, ed è vegana.
Childwood Box
fotografia
foto Elena La Ganga
Le visioni di una fotografa e di un'insegnante si uniscono e integrano all'interno di questo progetto. Due punti di vista sul mondo dell'infanzia che insieme creano un percorso ad “altezza di bambino”, dove egli diventa protagonista e ci racconta il reale dal suo punto di vista. La nostra collaborazione parte dal presupposto che il tema dell'infanzia si lega all'incanto perché è il bambino stesso che crea l'incanto. Ed è proprio su questo che abbiamo trovato il nostro punto in comune, ed è da qui che si sviluppa il nostro lavoro. Creiamo un'istallazione con l'intento di accogliere il pubblico in un “mondo fantastico”, cioè delle “mille possibilità” in cui poter riscoprire quelle emozioni e meraviglie verso il reale senza limiti spazio-temporali.
È con uno sguardo "incantato" che mi scopro ogni giorno ad affacciarmi sul mondo dell'infanzia. Uno sguardo curioso, in divenire, mai stanco di poter osservare e cogliere le innumerevoli sfaccettature che sono proprie di ogni bambino.
E ritrovo questa curiosità, questa voglia di scoprire, di provare, di inventare nei "miei bimbi" che quotidianamente mi accolgono nella loro realtà piena di incanto, meraviglia, giochi, paure. E dopo 10 anni di lavoro come insegnante mi accorgo sempre più che una sorta di magia verso il reale sono proprio i bambini a trasmettermela.
Insegnandomi come le più piccole cose possano essere "magiche" e contenere al loro interno significati profondi, immaginari fantastici densi di emozioni sia positive che negative; che sono presenti nel reale ma che solo grazie alla "purezza" che caratterizza i bambini, intesa come non-condizionamento dato dall'esperienza e dal pre-giudizio, si possono cogliere e scoprire. È da qui che nasce la voglia, insieme ad un gruppo di donne e mamme di approfondire il tema dell'incanto nell'infanzia e dell'incanto dell'infanzia, un tema da leggere con linguaggi, codici ed emozioni differenti. Voglia mossa dall'idea che avvicinandosi con sguardi diversi al mondo dei piccoli tutti noi adulti possiamo riflettere sulla molteplicità di aspetti che riguardano l'essere uomo o donna, l'essere o meno genitori, come l'entrare nel mondo adulto ci allontani da una visione "pura" delle cose.
Guardando da vicino il mondo dell'infanzia possiamo riappropiarci di quella voglia di riscoprire le cose con occhi aperti e limpidi, senza filtri.
Prima di iniziare questo viaggio nell'infanzia credo sia necessario svestirci dei nostri ruoli, dei pensieri precostituiti, dobbiamo intraprenderlo nudi, facendoci prendere per una volta la mano dai bambini e lasciarci condurre.
E chissà che qualcuno di noi esca dal viaggio con vestiti nuovi. Magari pieni di luce e colori.
È bello ritrovare, quando incontro un bambino, tutto ciò che è stato anche per me.
Così mi soffermo a pensare che il nostro sguardo sul mondo non deve appiattirsi, ma va rivissuto ogni giorno con occhi curiosi, niente dovrebbe essere scontato, ma guardato da prospettive sempre diverse.
I bambini mi regalano, con le loro connessioni creative, altre possibilità di pensiero e di visione. "Un grillo giallo è stato colorato dal sole", e i colori sono l'elemento fondamentale per la descrizione del mondo e delle emozioni.
Ed è proprio con i colori che voglio raccontare tutto quello che l'adulto spesso non vede e non sente più, il mondo incantato con il quale siamo cresciuti e che ha custodito sogni e realtà per noi possibili.
I filtri che spesso siamo costretti ad usare sono muri che possono diventare di cemento grigio; gli occhi dei bambini hanno filtri magici e colorati, e il mio intento è proprio quello di coprire l'obiettivo della macchina fotografica con questi filtri luminosi e cromati, che possono restituire immagini che contengono tutto questo mondo.
Elena La Ganga
Scultrice, fotografa e performer, si diploma all'Accademia di Belle Arti di Bologna, ha esposto e partecipato a mostre collettive e personali. Nel 2005 fonda con Laura Matano e Sabrina Naspi la Compagnia Ltd, con sede a Reggio Emilia: collettivo di artiste alla ricerca di uno spazio che sia punto di incontro tra le diverse arti. Si lavora sul confronto aperto tra artisti provenienti da formazione diversa ma accomunati dalla passione per la ricerca e l'indagine sull'essere umano contemporaneo. Ha curato e condotto danzando si cresce progetto di educazione allo sviluppo del movimento creativo nell’ambito didattico delle scuole materne ed elementari. Attualmente lavora come fotografa per la YOOX Group, azienda italiana specializzata nell'e-commerce di vendita al dettaglio di abbigliamento di alta moda e accessori e collabora con la coreografa Sabrina Naspi, per Il mio corpo umano, progetto di interazione tra danza e fotografia, presentato all'interno di Fotografia Europea 2013 di Reggio Emilia nella sezione Off.
Nicoletta Portavia
Nata a Fano nel 1983 vive a Bologna da 11 anni e dopo aver frequentato la Facoltà di Lettere e Filosofia lavora da 9 anni come insegnante i scuola dell'infanzia. Nelle scuole dove ha lavorato ha condotto laboratori di espressione corporea rivolti ai bambini dai 3 ai 5 anni, credendo nelle potenzialità del lavoro corporeo come linguaggio fondamentale sia nei bambini che negli adulti. L'interesse per la dimensione corporea è nato nell'adolescenza e si è formata attraverso corsi di teatro fisico, teatro danza, danza contemporanea. Da 4 anni segue il laboratorio di Contact Improvvisation e Movimento Organico condotto dalla performer Anna Albertarelli.Appassionata di cucina naturale si diletta in cucina, ed è vegana.

Samuela Faccin / Bianca Seraglio
Mi racconti?
illustrazioni/installazioni
collaborazione Paolo Seraglio
Sì, adesso ti racconto.
A questa richiesta mia madre prendeva l'unico libro illustrato che esistesse in casa, la Bibbia, e me lo leggeva. Lo ricordo perfettamente, sono esperienze fondanti: il desiderio, la curiosità, la fame di racconto.
Quando è arrivato il mio turno di rivestire il ruolo questo ruolo di nutrice della fame atavica di sapere dell'infanzia, con i miei figli ho sfogliato innumerevoli libri illustrati leggendo così tante storie da soddisfare pure la mia sopita indigenza da narrazione e risvegliare quel tempo creduto perduto ma ancora sensibile a questa fascinazione.
E quando non avevo a disposizione i libri, improvvisavo: in coda col carrello al supermercato, salendo un monotono sentiero di montagna, per sorreggere la loro esigua sopportazione a 5 minuti di phon, per distrarli dal terrore del taglio delle unghie... ecco che raccontavo delle mie avventure e disavventure da piccola, fitte di guai e guazzabugli per le quali, prudentemente, mi compiaccio.
L'intimità di questi momenti a volte sofferti, vuoi per la pazienza e il tempo che sembrava non esserci mai per me, ha aperto una breccia: l'insofferenza da sovraccarico d'impegno (esserci sempre e comunque al massimo) ad un certo punto ha risvegliato una creatività sopita attraverso la quale avevo la loro medesima inclinazione a godere la vita.
Dal risveglio all'azione è stato un tuffo.
Ti ricordi? Dalla cantina è spuntata la valigia vecchia di papà, non me la ricordavo, è perfetta: ci stanno colori, pennelli e straccetti vari. E' incredibile quanto dia sicurezza questo supporto così professionale, così invitante al viaggio! Feci giocosi tentativi iniziali , simpatici personaggi che se la spassavano, come volevo fare io. Invece quella volta che me ne andai lontana per davvero per pochi giorni, portai a casa il vestito, quello parigino: ne è nata la prima storia "la ragazza con il pappagallo".
Quella linfa dove voi crescevate fu la stessa dove io mi ispiravo: venti, profumi, colori, ombre, sono schegge del nostro vissuto insieme.
Casa nostra è un disastro e a volte la mia consapevolezza porta a domandarmi se sia educativo: è educativo per me probabilmente , voi siete inconsapevolmente miei mirabili maestri.
Samuela Faccin
nata a Montecchio Maggiore (VI) il 05/06/1970, ha due figli. Autodidatta appassionata di disegno frequenta due corsi di illustrazione presso la Scuola Internazionale di Illustrazione per l’Infanzia di Sarmede (TV); insegnanti: André Neves e Anna Laura Cantone. Illustrazioni di tre racconti mitologici, non editi, su testi di Guido Arcangelo Medolla; collaborazioni con la Scuola Materna di Laghetto, Vicenza per illustrazione di particolari spazi o nell’ambito di alcuni specifici temi a programma; collaborazioni con la Scuola Primaria A. Palladio di Castelnovo, Vicenza con laboratori di racconto e illustrazione; Febbraio 2014: ‘I colori della Leggenda’ presso la Biblioteca Civica di Isola Vicentina, Vicenza; Giugno 2013: Personale di illustrazione presso Galleria Primo Piano Arte Studio di Bolzano Vicentino, Vicenza; Appassionata di danza, dal 2012 frequento i laboratori e seminari di danza contemporanea dell’Associazione Artemis di Vicenza.
Mi racconti?
illustrazioni/installazioni
collaborazione Paolo Seraglio
Sì, adesso ti racconto.
A questa richiesta mia madre prendeva l'unico libro illustrato che esistesse in casa, la Bibbia, e me lo leggeva. Lo ricordo perfettamente, sono esperienze fondanti: il desiderio, la curiosità, la fame di racconto.
Quando è arrivato il mio turno di rivestire il ruolo questo ruolo di nutrice della fame atavica di sapere dell'infanzia, con i miei figli ho sfogliato innumerevoli libri illustrati leggendo così tante storie da soddisfare pure la mia sopita indigenza da narrazione e risvegliare quel tempo creduto perduto ma ancora sensibile a questa fascinazione.
E quando non avevo a disposizione i libri, improvvisavo: in coda col carrello al supermercato, salendo un monotono sentiero di montagna, per sorreggere la loro esigua sopportazione a 5 minuti di phon, per distrarli dal terrore del taglio delle unghie... ecco che raccontavo delle mie avventure e disavventure da piccola, fitte di guai e guazzabugli per le quali, prudentemente, mi compiaccio.
L'intimità di questi momenti a volte sofferti, vuoi per la pazienza e il tempo che sembrava non esserci mai per me, ha aperto una breccia: l'insofferenza da sovraccarico d'impegno (esserci sempre e comunque al massimo) ad un certo punto ha risvegliato una creatività sopita attraverso la quale avevo la loro medesima inclinazione a godere la vita.
Dal risveglio all'azione è stato un tuffo.
Ti ricordi? Dalla cantina è spuntata la valigia vecchia di papà, non me la ricordavo, è perfetta: ci stanno colori, pennelli e straccetti vari. E' incredibile quanto dia sicurezza questo supporto così professionale, così invitante al viaggio! Feci giocosi tentativi iniziali , simpatici personaggi che se la spassavano, come volevo fare io. Invece quella volta che me ne andai lontana per davvero per pochi giorni, portai a casa il vestito, quello parigino: ne è nata la prima storia "la ragazza con il pappagallo".
Quella linfa dove voi crescevate fu la stessa dove io mi ispiravo: venti, profumi, colori, ombre, sono schegge del nostro vissuto insieme.
Casa nostra è un disastro e a volte la mia consapevolezza porta a domandarmi se sia educativo: è educativo per me probabilmente , voi siete inconsapevolmente miei mirabili maestri.
Samuela Faccin
nata a Montecchio Maggiore (VI) il 05/06/1970, ha due figli. Autodidatta appassionata di disegno frequenta due corsi di illustrazione presso la Scuola Internazionale di Illustrazione per l’Infanzia di Sarmede (TV); insegnanti: André Neves e Anna Laura Cantone. Illustrazioni di tre racconti mitologici, non editi, su testi di Guido Arcangelo Medolla; collaborazioni con la Scuola Materna di Laghetto, Vicenza per illustrazione di particolari spazi o nell’ambito di alcuni specifici temi a programma; collaborazioni con la Scuola Primaria A. Palladio di Castelnovo, Vicenza con laboratori di racconto e illustrazione; Febbraio 2014: ‘I colori della Leggenda’ presso la Biblioteca Civica di Isola Vicentina, Vicenza; Giugno 2013: Personale di illustrazione presso Galleria Primo Piano Arte Studio di Bolzano Vicentino, Vicenza; Appassionata di danza, dal 2012 frequento i laboratori e seminari di danza contemporanea dell’Associazione Artemis di Vicenza.