
Fratelli Broche
Novanta
"Novanta" è uno studio fatto con i mezzi del teatro contemporaneo, che indaga il decennio 1990-1999. Il lavoro è concepito come una lotta-conoscenza di un periodo temporale, che è per noi diventato mano a mano presenza e corpo, un tempo che si è materializzato diventando materia.
"La decade '90 per me è una sensazione di inadeguatezza quando le camicie che mi imponevano erano troppo grandi e scivolose per il mio corpo. Con questa frase cominciamo il nostro scomporre e ricostruire gli anni '90". Ci piacerebbe esplicitare gli anni '90 per esorcizzarli e capirne l'eredità e i significati; perché sono stati la finestra che ci ha portati fino a qui, così e in questa forma.
Sbirciando per un attimo dall'oblò degli anni '80 vediamo che in quel decennio l'appendice completa l'immagine, il corpo si avvale di protesi: l'abito, l'accessorio, il capello, il piercing... Ritornando ai '90 invece, in occidente, tre parole prendono potere: svuotamento, sottrazione, ridimensionamento. Il corpo diventa libero.
Nei '90 si respira la consacrazione di un benessere massificato.
Il minimalismo si contrappone all'opulenza del decennio precedente, c'è il bisogno di pulizia mentale e ricerca spirituale (in tutte le sue forme) per esorcizzare gli anni di sbornia edonistica. Dopo la guerra, la direzione della nostra società è stata verso una soddisfazione piena dei bisogni materiali, personali e collettivi. Negli anni '90 invece si propende ad un annullamento, ad uno svuotamento, si cerca il vuoto, lo spirito, il rito.
La donna diventa acqua e sapone, la casa diventa minimal, il tempo libero è meditazione, la moda perde il colore e diventa lineare, il divertimento identifica il rito; la danza dando privilegio al corpo si spoglia di sovrastrutture e diventa il modo per arrivare allo spirito, l'attore diventa materiale di scena, per questo deve essere eliminato tutto quello che c'è dentro, usa tecniche di meditazione per alleggerire il proprio "peso".
In modo virale e pandemico, subdolo e mass-mediatico, verticale ed orizzontale nella società avviene uno svuotamento dei contenuti. Il marchio sostituisce il prodotto, nasce il brand proprio in questo momento storico come concetto importante e universale. Il nome aumenta le dimensioni fisiche reali e immaginifiche, mentre la qualità diventa sempre più "piccola" e secondaria; prende sempre più importanza l'involucro rispetto al contenuto che diventa più vuoto. È un epoca, che anche con una crisi del Golfo, traspira benessere e soldi; l'epoca del sì sì ci pensiamo dopo. In questi anni la ricchezza diventa sempre più immateriale si concretizzerà nella bolla speculativa economico-finanziaria destinata ad esplodere.
I corpi diventano anoressici. Corpi che si identificano con l'immaginario collettivo e si vogliono svuotare.
Il corpo (senza appendice) deve bastare a se stesso. Allora in passerella vengono eliminati gli orpelli, le forme, i colori, viene esaltata la semplicità del corpo, questo diventa una scatola che deve resistere agli urti per non spezzarsi, magari anche con l'ausilio di una droga qualsiasi. Diventiamo tutti acqua e sapone, ma il corpo senza appendici crea problemi a chi non è all'altezza, crea disagio, inadeguatezza. Ricordo: "non mi stava bene niente, andavano cose che andavano bene solo a Kate Moss tipo Kalvin Klein".
I Marchi diventano le nuove Chiese e la Moda diventa la nuova Politica.
Nelle sfilate o guardi ad altre culture, o guardi verso il "basso": alle usanze etniche o alla strada. È di moda la new age e l'etnico. Comincia a diffondersi il virus dell'immedesimazione verso il margine e non verso l'apice. Gli stilisti prendono spunto dalle persone comuni e non più dallo star-sistem e nel cinema, la diva usa abiti delle collezioni di moda e non modelli creati per lei , non più oggetto di emulazione per le masse.
Si parla di "pensiero unico".
Inizia il processo di globalizzazione del gusto e delle menti, legandoci a questo concetto menzioniamo una delle due regine del decennio: la pecora Dolly una pecora clonata, potenzialmente uguale ad un numero infinito di pecore. L'altra regina è la Mucca Pazza. Neologismo per identificare una malattia.
Un cambiamento epocale che segnerà il futuro è quello del gioco e delle conseguenze che esso avrà nella generazione x: nel 1995 viene presentata la prima Play Station.
Il decennio termina con un periodo in cui regna la transdisciplina, tutto si sovrasta e tutto si ibrida. Da una parte si cerca un tipo di cultura specialistica, ma il trend è quello di mescolare tutto, quindi le arti si contaminano, le popolazioni si mescolano, i gruppi politici si fondono, i corpi tendono ad ibridarsi, la sessualità diventa sfuocata tra i generi. Il trans forse incarna proprio la perfezione del concetto dell'epoca. Se si fosse accontentato della "mostruosità" raggiunta e non nel rincorrere un surrogato di femminilità ideale, forse sarebbe stato l'essere perfetto per il futuribile degli anni '90.
"Il primo giorno dell'anno, mentre rovistavano in soffitta, i Broche hanno trovato un plico di vecchi inviti agli aperitivi degli anni '90, grafiche minimal, ammiccamenti lounge, allestimenti rarefatti. Una follia è balenata nelle menti dei Fratelli: giocare agli anni '90 del novecento, in scena, per spartirsi un'eredità: un'idea spavalda, incosciente... in realtà un esorcismo."
Novanta
"Novanta" è uno studio fatto con i mezzi del teatro contemporaneo, che indaga il decennio 1990-1999. Il lavoro è concepito come una lotta-conoscenza di un periodo temporale, che è per noi diventato mano a mano presenza e corpo, un tempo che si è materializzato diventando materia.
"La decade '90 per me è una sensazione di inadeguatezza quando le camicie che mi imponevano erano troppo grandi e scivolose per il mio corpo. Con questa frase cominciamo il nostro scomporre e ricostruire gli anni '90". Ci piacerebbe esplicitare gli anni '90 per esorcizzarli e capirne l'eredità e i significati; perché sono stati la finestra che ci ha portati fino a qui, così e in questa forma.
Sbirciando per un attimo dall'oblò degli anni '80 vediamo che in quel decennio l'appendice completa l'immagine, il corpo si avvale di protesi: l'abito, l'accessorio, il capello, il piercing... Ritornando ai '90 invece, in occidente, tre parole prendono potere: svuotamento, sottrazione, ridimensionamento. Il corpo diventa libero.
Nei '90 si respira la consacrazione di un benessere massificato.
Il minimalismo si contrappone all'opulenza del decennio precedente, c'è il bisogno di pulizia mentale e ricerca spirituale (in tutte le sue forme) per esorcizzare gli anni di sbornia edonistica. Dopo la guerra, la direzione della nostra società è stata verso una soddisfazione piena dei bisogni materiali, personali e collettivi. Negli anni '90 invece si propende ad un annullamento, ad uno svuotamento, si cerca il vuoto, lo spirito, il rito.
La donna diventa acqua e sapone, la casa diventa minimal, il tempo libero è meditazione, la moda perde il colore e diventa lineare, il divertimento identifica il rito; la danza dando privilegio al corpo si spoglia di sovrastrutture e diventa il modo per arrivare allo spirito, l'attore diventa materiale di scena, per questo deve essere eliminato tutto quello che c'è dentro, usa tecniche di meditazione per alleggerire il proprio "peso".
In modo virale e pandemico, subdolo e mass-mediatico, verticale ed orizzontale nella società avviene uno svuotamento dei contenuti. Il marchio sostituisce il prodotto, nasce il brand proprio in questo momento storico come concetto importante e universale. Il nome aumenta le dimensioni fisiche reali e immaginifiche, mentre la qualità diventa sempre più "piccola" e secondaria; prende sempre più importanza l'involucro rispetto al contenuto che diventa più vuoto. È un epoca, che anche con una crisi del Golfo, traspira benessere e soldi; l'epoca del sì sì ci pensiamo dopo. In questi anni la ricchezza diventa sempre più immateriale si concretizzerà nella bolla speculativa economico-finanziaria destinata ad esplodere.
I corpi diventano anoressici. Corpi che si identificano con l'immaginario collettivo e si vogliono svuotare.
Il corpo (senza appendice) deve bastare a se stesso. Allora in passerella vengono eliminati gli orpelli, le forme, i colori, viene esaltata la semplicità del corpo, questo diventa una scatola che deve resistere agli urti per non spezzarsi, magari anche con l'ausilio di una droga qualsiasi. Diventiamo tutti acqua e sapone, ma il corpo senza appendici crea problemi a chi non è all'altezza, crea disagio, inadeguatezza. Ricordo: "non mi stava bene niente, andavano cose che andavano bene solo a Kate Moss tipo Kalvin Klein".
I Marchi diventano le nuove Chiese e la Moda diventa la nuova Politica.
Nelle sfilate o guardi ad altre culture, o guardi verso il "basso": alle usanze etniche o alla strada. È di moda la new age e l'etnico. Comincia a diffondersi il virus dell'immedesimazione verso il margine e non verso l'apice. Gli stilisti prendono spunto dalle persone comuni e non più dallo star-sistem e nel cinema, la diva usa abiti delle collezioni di moda e non modelli creati per lei , non più oggetto di emulazione per le masse.
Si parla di "pensiero unico".
Inizia il processo di globalizzazione del gusto e delle menti, legandoci a questo concetto menzioniamo una delle due regine del decennio: la pecora Dolly una pecora clonata, potenzialmente uguale ad un numero infinito di pecore. L'altra regina è la Mucca Pazza. Neologismo per identificare una malattia.
Un cambiamento epocale che segnerà il futuro è quello del gioco e delle conseguenze che esso avrà nella generazione x: nel 1995 viene presentata la prima Play Station.
Il decennio termina con un periodo in cui regna la transdisciplina, tutto si sovrasta e tutto si ibrida. Da una parte si cerca un tipo di cultura specialistica, ma il trend è quello di mescolare tutto, quindi le arti si contaminano, le popolazioni si mescolano, i gruppi politici si fondono, i corpi tendono ad ibridarsi, la sessualità diventa sfuocata tra i generi. Il trans forse incarna proprio la perfezione del concetto dell'epoca. Se si fosse accontentato della "mostruosità" raggiunta e non nel rincorrere un surrogato di femminilità ideale, forse sarebbe stato l'essere perfetto per il futuribile degli anni '90.
"Il primo giorno dell'anno, mentre rovistavano in soffitta, i Broche hanno trovato un plico di vecchi inviti agli aperitivi degli anni '90, grafiche minimal, ammiccamenti lounge, allestimenti rarefatti. Una follia è balenata nelle menti dei Fratelli: giocare agli anni '90 del novecento, in scena, per spartirsi un'eredità: un'idea spavalda, incosciente... in realtà un esorcismo."