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Vincenzo Scorza 
Primes  


performance acusmatica per voci e suoni elettroacustici            

Ci sono testi letterari che nella loro semplicità trafiggono il proprio spazio emotivo. Così è stato con il romanzo Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte (2003), di Mark Haddon. L'inchiostro si scolla dalla carta e si trasforma in vibrazione sonora.  
Dal testo sono stati selezionati alcuni estratti, poi riordinati e riadattati, nel tentativo di illustrare la particolare psicologia del protagonista Christopher Boone. I riferimenti "fattuali" vengono deliberatamente evitati, per far spazio invece ai movimenti emotivi e psicologici più intimi del protagonista. Eppure, per un'arte che scorre nel tempo, è impossibile non "raccontare una storia", qualsiasi essa sia. Lo sviluppo drammaturgico diventa inevitabilmente parte integrante dello sviluppo del suono. 
La voce (Alice Keller e Maria Donnoli) qui è parola, ma si fa soprattutto materia sonora, apprezzabile come suono in sé, in un rapporto empatico tra musica e testo nel quale l'uno struttura l'altro e viceversa, attraverso l'analogia figurativa e quella - per così dire - psicologica. 
È una inscindibile fusione di voce oggetto, voce soggetto, voce significante e grana vocale. 
Suono che si sovrappone tra dominio identitario, affettivo, linguistico e gestualità vocale. 
L'io narrante è quello di Christopher, un ragazzo di 15 anni affetto da Sindrome di Asperger: Christopher ha un rapporto problematico col mondo che lo circonda, è emotivamente dissociato, ma possiede straordinarie capacità logico-matematiche, che si palesano attraverso una irrefrenabile passione per i numeri. Eppure sorge il dubbio che la dissociazione non sia altro che la conseguenza di una più profonda connessione con l'essenza delle cose. 
Primes è qui presentato in versione live electronics per una diffusione quadrifonica, performance acusmatica per voci e suoni elettroacustici, in un costante sforzo di equilibrio tra improvvisazione e strutturazione.     

Vincenzo Scorza
Da diversi anni alle prese con la manipolazione della vibrazione acustica, Vincenzo Scorza è uno scultore del suono che svolge una ricerca continua sui materiali e sulle forme, evitandone la cristallizzazione. È convinto che il senso dell'udito non sia altro che una espansione del senso del tatto e che il suono sia la più palese forma di telepatia. Il suo colore preferito è la pausa, il silenzio tra due entità sonore. Il suo suono preferito è il nero, la luce totalmente assorbita.  
www.vincenzoscorza.it


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